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ALTAVIA 4000, LA SCALATA DEGLI 82 QUATTROMILA DELLE ALPI IN 80 GIORNI

Prologo: la scintilla
Nicola e Gabriel hanno rispettivamente 26 e 37 anni. Si conoscono ai corsi per Guida Alpina nel 2018, ma non hanno avuto altra occasione per frequentarsi. Quest'inverno Nicola entra nel negozio di articoli sportivi dove Gabriel lavora.
"Sarebbe bello scalare tutti i 4000 delle Alpi in una sola stagione..."
"Fatta. Dopo il primo maggio, il prima possibile, si parte!"
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È una scommessa, i due non hanno mai scalato insieme. È una scintilla che potrebbe spegnersi al primo soffio di vento, con gli impegni ed i contrattempi della vita di tutti i giorni. Loro invece la alimentano con metri di dislivello sugli sci in una stagione scialpinistica eccezionale: servirà un buon fondo sulle gambe. Nicola è un forte alpinista, con all'attivo molte spedizioni, Gabriel ha fatto diverse gare di scialpinismo ed ultratrail, entrambi conoscono la fatica e la sensazione di spremere ogni energia dal proprio fisico.

 
Perché Altavia 4000?
"La nostra idea è salire le montagne per le linee più attraenti e spettacolari. I grandiosi itinerari di scialpinismo, le creste più estetiche, insomma, le alte vie dei 4000 alpini. Nonostante non vogliamo salire per le vie normali più facili e veloci, ci piacerebbe stare dentro il numero magico di 82 x 82, cioè impiegare per le salite meno di 82 giorni dalla prima all'ultima, condizioni fisiche e della montagna permettendo. Nessun record quindi, vogliamo solo salire con il nostro stile, al nostro ritmo. Non si tratta di un concatenamento, tra una scalata e l'altra ci sposteremo in auto, per inseguire il bel tempo e salire in sicurezza le cime che si presenteranno in migliori condizioni."
 
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Atto I - Scialpinismo in quota
Il viaggio comincia il 3 maggio:, in auto oltre all'attrezzatura da ghiacciaio, sci e scarponi, pelli di foca e tanta voglia di battere traccia dopo le recenti nevicate. Dopo il Gran Paradiso Nicola e Gabriel rivolgono la loro attenzioni ai 4000 della Svizzera sciisticamente interessanti. Le gambe girano bene, ma sul Monte Rosa le condizioni meteo li mettono alla prova. Concatenano tutte le cime previste nonostante temperature di -20 gradi e vento fino a 130km/h.
"Se andiamo avanti così non arriviamo alla fine, dobbiamo darci una calmata o la testa scoppierà. Siamo esseri umani, non siamo macchine!"

20 giorni dopo la partenza si trovano in Francia per concatenare Dome de neige e Barre des Ecrins. L'elevato rischio valanghe li costringe a rinunciare e aspettare. Decidono di scendere e tornare su un paio di giorni dopo, dando tempo alla neve fresca di assestarsi. "Adattiamo il nostro ritmo alle condizioni della montagna, è una questione di sopravvivenza".

Tornano sui grandi ghiacciai della Svizzera e poi, prima di concedersi 5 giorni di riposo, salgono in velocità il Bernina. Ci mettono 5 ore ad arrivare in cima, alle 10 di mattina sono al parcheggio, euforici e con la birra in mano. È quasi tempo di mettere via gli sci, le condizioni della montagna sono difficili per la tanta neve che sta trasformando: bisogna camminare molto perché in valle già sbocciano i fiori, ma in alto c'è tanta neve marcia da battere. Il 10 di giugno salgono il Weisshorn partendo con gli sci sulle spalle, tracciando lungo il ghiacciaio e scalando infine la cresta est con gli scarponi estivi: tanto peso sulle spalle e svariati cambi di assetto. Una logistica complicata per una stagione che non è né primavera né estate, serve esperienza e voglia di mettersi in gioco, stare in montagna nonostante tutto.



Atto II – Sul filo delle creste
Quelle linee estetiche che separano la terra dal cielo, portando elegantemente in cima dal fondovalle alla vetta, diventano le vie di salita scelte da Nicola e Gabriel una volta riposti gli sci in armadio.

Cominciano con il Dente del Gigante il 12 giugno, poi il giorno seguente le altre guglie affilate della Arete du Diable. Si spostano quindi verso la Dent Blanche per una delle giornate più belle dell'intero tour: "Le condizioni sono ottime, tutto sembra perfetto, è un posto che dà una grande pace interiore."

Ci sono state anche giornate dure, come sulla Aiguille Blanche de Peuterey. 14 lunghe ore per arrivare dal Rifugio Monzino ai Bivacchi Eccles, con i piedi fradici, sfondando nella neve fresca e rischiando anche qualcosa in più del solito. La montagna è anche questo, prendere o lasciare.
"Troviamo poche tracce in giro, spesso nessun segno di passaggio. Assaporiamo il fascino antico dell'esplorazione e ci godiamo la montagna tutta per noi, siamo i primi della stagione."
I due ragazzi non si demoralizzano facilmente, il giorno dopo, nonostante la stanchezza, salgono e scendono veloci dal Monte Bianco e si spostano a Cervinia. La mattina seguente scalano il Cervino per la Cresta del Leone.

"Salire la Gran Becca in giornata è un sogno dentro al sogno."
Chiudono gli ultimi 4000 il 22 luglio con la traversata svizzera Schreckhorn-Lauteraarhorn, una cresta inaspettatamente bella. "A guardare le relazioni la cresta non sembra particolarmente attraente. Siamo partiti senza grandi aspettative, invece il giro è stato sorprendentemente stupendo! È stata una giornata eccezionale, magica."
 


Epilogo
"Siamo partiti come estranei, siamo tornati come fratelli."
50 giorni di attività in 80 giorni di viaggio, oltre 82000 metri di dislivello positivo percorsi. Nicola Castagna e Gabriel Perenzoni sono il 4° ed il 5° alpinista che realizzano la scalata degli 82 Quattromila delle Alpi in meno di 82 giorni.
 
Quanto siete stati bravi e quanto fortunati?
"Ci siamo mossi veloci e leggeri, ma dopo ogni uscita facevamo un debriefing per capire se potevamo migliorare, se qualcosa era andato storto, se il materiale che avevamo con noi era sufficiente. In un progetto del genere i rischi sono elevati, è inutile prenderci in giro. Spingi e vai, c'è la stanchezza ed i pericoli oggettivi. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, ma in qualche occasione siamo stati fortunati. Abbiamo ridotto i rischi al minimo con una programmazione intelligente, spostandoci in auto per cercare le condizioni migliori e più sicure."
 
Dopo il viaggio cosa rimane?
"Altavia 4000 è stata un'avventura, adesso diventa un progetto professionale. Siamo entrambi Aspiranti Guide Alpine, ci piacerebbe accompagnare chi vorrà legarsi in cordata con noi a respirare l'aria sottile dei 4000 delle Alpi, percorrere questi grandiosi itinerari e guardare gli splendidi panorami da lassù. Il giro che abbiamo fatto è un biglietto da visita della nostra preparazione e passione per l'alta quota."
Per quanto riguarda noi due invece...Patrick Berhault e Philippe Magnin ci hanno già ispirato una volta, magari ci ispireranno ancora!"

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