Che tipo di scalatore sei quindi?
"Mi piacciono tutti i tipi di scalata e cerco di non farmi mancare niente. Se devo scegliere, i mesi invernali sono quelli che mi affascinano di più e la scalata su ghiaccio e misto è quella nella quale mi sento più bravo e motivato. Che si tratti di un progetto corto e strapiombante da liberare oppure di vie grandiose in stile alpino, quando ho le piccozze in mano mi sento alla grande!"
Come hai iniziato a scalare e cosa ti appassiona di più?
"È stato mio padre ad iniziarmi all'arrampicata, anche a lui piace molto la vita outdoor. Andavamo spesso in montagna con la famiglia, anche con mia sorella. Quando era il momento di andare a scalare in falesia oppure a camminare su qualche montagna, era sempre una festa! Poi ho cominciato a frequentare la palestra di arrampicata locale, dove ho conosciuto un sacco di persone motivate. Ben presto ho realizzato che respirare l'aria frizzante delle montagne vestite d'inverno era la mia passione. A 13 anni ho cominciato a scalare sul ghiaccio scozzese, per poi iniziare a viaggiare alla ricerca del freddo ovunque nel mondo. Ora mi dedico all'apertura di nuove vie invernali, cercando linee e sfide sempre nuove in Scozia e non solo. Mi piacciono anche i viaggi sulle grandi pareti, dove le difficoltà tecniche sono minori, ma le montagne si mostrano in tutta la loro grandiosa ed intimorente maestosità."
Per capire...c'è qualcosa che non ti piace fare in montagna?
"Non ci sono attività che proprio non mi piacciono. Non sono però d'accordo con tutto ciò che lascia tracce e rifiuti nella natura, l'impatto ambientale andrebbe ridotto il più possibile. Detto questo, fintanto che lasciamo l'ambiente nello stato in cui lo abbiamo trovato, o addirittura più pulito, per me ciascuno può divertirsi come vuole!"
Pare che la Scozia sia il tuo terreno d'azione preferito. Com'è l'alpinismo là? Prova a spiegarlo a chi non c'è mai stato.
"Mi piace tantissimo, si. Ovviamente ci passo molto tempo anche perché ci vivo. Ho scalato sul ghiaccio di diversi stati e continenti, e la Scozia rimane comunque uno dei miei posti preferiti.
Qui le condizioni meteo e le conformazioni rocciose rendono ogni scalata un'avventura. C'è anche un'etica molto forte, per cui nessuno si permette di abbassare le montagne al suo livello. Non si usano spit e tutte le vie, sia quelle invernali di misto, sia quelle estive di arrampicata su roccia, si proteggono in stile trad. Le vie nuove sono quindi molto delicate e difficili, soprattutto psicologicamente. Scali e non hai idea di quello che troverai in alto sopra di te, né di come riuscirai a proteggerti.
Le montagne sono selvagge, praticamente senza impianti di risalita. Gli avvicinamenti sono lunghi, bisogna essere allenati anche per andare a fare le vie più facili. Le pareti non sono tanto alte, ma le vie, anche se non lunghe, sono davvero impegnative. Mi è capitato di essere più stanco dopo un tiro di 40mt sul misto scozzese che dopo una via di 1000mt su una qualche parete nord delle Alpi. La Scozia ti prende proprio a pugni!"
Quali caratteristiche deve avere un climber scozzese quindi?
"I movimenti direi che sono simili alla scalata su roccia: serve quindi tecnica e forza nella parte alta del corpo. Bisogna comunque essere preparati per camminare ore nella neve fresca, ed avere ancora energie e concentrazione per scalare la parete. Detto questo, la forza mentale è una delle caratteristiche necessarie per riuscire in questo tipo di terreno. È fondamentale riuscire a mantenere la calma anche in situazioni complicate, quando non si riesce a piazzare una buona protezione, quando bisogna scoprire la sequenza dei movimenti per fare qualche passo avanti. Una volta che se ne va il focus mentale, anche il corpo inizia a cedere rapidamente. La forza mentale è stata per me la parte più dura e lunga da allenare, ma è stata anche la chiave dei miei successi."
Come ti alleni?
"Durante gli anni ho usato diversi tipi di allenamento per questo genere di arrampicata. Con lo stile di vita che ho al momento, ed il furgone come casa, devo arrangiarmi come posso per tenermi allenato. Vado spesso a correre in montagna, che è la mia seconda grande passione dopo l'arrampicata. In autunno, soprattutto, mi dedico alla preparazione fisica per le vie invernali. Quando posso, per l'allenamento più specifico, vado a Scottish Borders, dove vivevo e dove ho ancora la mia palestra personale. In alternativa utilizzo ciò che riesco a tenere con me in furgone. Un trave portatile, gli anelli, un piccolo campus board. Mi basta attaccare gli attrezzi al furgone, oppure agli alberi circostanti, e riesco ad allenarmi. Normalmente vado anche in palestra, ma ora, con la situazione legata al Covid e con le chiusure, ciò non è possibile."
Hai mai trovato lo stile di arrampicata scozzese e simili condizioni climatiche in altre parti del mondo?
"La Norvegia offre un terreno simile alla Scozia. Lo stile di scalata è simile, come anche l'etica che la accompagna: le vie si assomigliano in qualche modo. In tutte le altre montagne in cui sono stato, ho avuto la sensazione di essere pronto e preparato grazie all'allenamento fatto nelle difficili condizioni scozzesi. Non voglio dire che in Scozia è tutto più impegnativo e difficile che nel resto del mondo, però la varietà di salite e lo stile che si trova in Scozia sono particolari ed unici: mi hanno aiutato ad adattarmi velocemente ai posti più svariati in cui sono stato."
Quali salite ti fanno essere orgoglioso di te stesso?
"Questa è una domanda difficile. Sento che sono stato davvero fortunato a vivere molte avventure divertenti e memorabili in tutti questi anni. Un ricordo speciale è sicuramente la via che ho aperto in stile alpino con Will Sim sul Bears Tooth in Alaska. Mi è piaciuto moltissimo anche visitare l'isola Senja in Norvegia, dove in 8 giorni con Jeff Mercier siamo riusciti ad aprire 7 nuove vie, la maggior parte delle quali si trovano su delle pareti enormi e mai scalate prima!
Ho tantissimi ricordi di stupende giornate invernali passate in Scozia su vie nuove e su alcune tra le vie di misto più difficili del mondo. Queste le cose che mi vengono in mente, ripensandoci così su due piedi. La verità comunque è che ogni giorno speso in montagna mi rende felice."
Hai detto che la componente mentale di queste salite è fondamentale. Qual è la tua paura più grande?
"La mia paura più grande? Che mi dicano che non posso più andare in montagna. È successo quando c'è stato il primo lockdown un anno fa, non credo potrei resistere altro tempo ancora."
Un messaggio che vuoi lasciare ai lettori?
"Ci tengo a diffondere il rispetto per l'ambiente, perché non vengano lasciate tracce in montagna. Faccio del mio meglio in prima persona e cerco di portare questo messaggio ovunque vada. Per favore portate via la spazzatura e raccogliete ogni cosa che trovate in montagna o sui sentieri. Vivendo in furgone, ho la possibilità e la fortuna di visitare molti posti selvaggi e remoti. Ovunque trovo sempre spazzatura e carta igienica. Passiamo molto tempo a raccogliere rifiuti, cercando di mantenere la natura intatta. Non è difficile prendere qualcosa da per terra e buttarlo in un cestino, quindi, se vi piace stare all'aria aperta, dovreste impegnarvi anche voi. Tenete il mondo pulito, non lasciate ad altri il compito di farlo!"
Photo Credits: Hamish Frost, Brodie Hood
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