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LA BELLEZZA DELLE COSE SEMPLICI

Ciao Fanny, te sei una guida alpina ed alpinista. Raccontaci dove vivi, quanto è importante per te svegliarti proprio in mezzo alle montagne, o se ti basta invece stare in un luogo strategico dal quale puoi raggiungere facilmente montagne ed aeroporti.
"Vivo a Servoz, un piccolo paese appena 10km fuori da Chamonix. Sono cresciuta qua e penso che non me ne andrò mai. Sia perché ci sono tutta la mia famiglia ed i miei amici, sia perché sento che è "Casa" per me. Mi piace davvero tanto questo posto, e poi è perfetto sia per lavorare come guida sia per scalare. Anche se mi piace molto visitare luoghi diversi e lontani quando posso, e Servoz non è propriamente un luogo comodo o strategico, qui mi sento bene, circondata dalle montagne. Non cambierei mai questo stile di vita."
 
Hai un certo tipo di routine nelle tue giornate?
"Direi di no. La mia vita dipende molto dalla stagionalità del lavoro di guida alpina. In estate ed inverno lavoro praticamente tutti i giorni in montagna, mentre fuori stagione di solito sono in spedizione o scalo da qualche parte in giro per la Francia. Negli intensi periodi lavorativi non riesco  ad allenarmi, perché non ho proprio tempo. Comunque stare fuori a fare la guida alpina tutti i giorni non è male come allenamento... Se ho in programma qualche spedizione, prima di partire alleno la resistenza, ma mai quanto vorrei, non ho mai abbastanza tempo!
Un'altra cosa che devo confessare è che mi piace molto mangiare bene, sarebbe impossibile per me avere uno stile di vita da atleta! Formaggio, vino rosso, buona cucina...questa è la mia routine!"
 
Quali sensazioni cerchi quando vai in montagna? Cosa ti fa dire alla sera "è stata proprio una bella giornata"?
"In montagna cerco l'avventura, la libertà, l'adrenalina e l'amicizia. Un bel giorno si contraddistingue per il sorriso che alla fine tutti i partecipanti, che siano amici o clienti, hanno stampato in faccia! Mi piace spendere più tempo possibile in montagna, con persone che stimo e con cui mi trovo bene. Passare diversi giorni su una via, lontana da tutto, nel mezzo del nulla, lo considero un lusso. Non sono una persona particolarmente romantica, però la bellezza del posto in cui mi trovo mi fa sentire viva."


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Libertà e sicurezza. Come bilanci questi due aspetti del tuo essere guida alpina ed alpinista?
"Le montagne sono ancora un luogo di profonda libertà, ed il limite è dato dal rischio che ognuno accetta di prendersi. Come guida alpina ho tutti gli strumenti e le competenze per portare i miei clienti in montagna in sicurezza. Quando sono con amici, magari a fare una via impegnativa oppure in spedizione, i rischi sono maggiori, ma l'obbiettivo è sempre quello di tornare a casa sani e salvi."

La scusa di questa chiacchierata è stata il Ribelle Tech 2.0 HD che hai avuto modo di provare nei mesi scorsi. Qual è il terreno ideale per questo scarpone?
"Senza dubbio l'alpinismo classico a 360°, le creste delle Alpi, le vie facili di arrampicata. Sono leggeri e precisi. Vanno molto bene anche per gli avvicinamenti perché sono poco ingombranti e leggeri da portare in zaino quando poi si indossano le scarpette da arrampicata. Per il mio lavoro da guida sono perfetti!"



Cosa pensi di questa situazione di pandemia in corso? Quali sono i tuoi pensieri, le tue preoccupazioni e le tue speranze?
"È un momento strano, è vero. Come guida alpina quest'estate ho lavorato bene, nonostante tutto. Sono stata davvero stupita dalla voglia che molte persone avevano di frequentare le montagne e stare nella natura, dopo i mesi di lockdown. Credo sia per questo che le montagne erano addirittura più affollate del solito! Vediamo cosa succederà quest'inverno...

A proposito di viaggi invece, sarà un anno in bianco ed una parte di me già non vede l'ora di ricominciare! L'altra parte di me è invece paziente, mette in stand-by i molti progetti che dovranno aspettare, ed è contenta di approfittare dei bei posti che la Francia ha da offrire per arrampicare. E poi a volte, diciamolo, è anche bello rallentare..."



Credits: Giovanni Zaccaria
Photo credits: Mathis Dumas
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