Quando si va in montagna ci si alza presto...se stai a valle dormi invece fino a tardi?
Mi piace alzarmi comunque sempre presto! Ho avuto un incidente ad una caviglia questa primavera, appena dopo il lockdown. Ora quindi la mia giornata comincia sempre con la fisioterapia...anche se tra poco spero sarà soltanto un ricordo! In ogni caso la mattina è il momento in cui sono più efficiente e faccio quello che devo fare. Il tempo corre, se comincio presto la giornata ne ho un po' di più!
Sei un alpinista professionista. Dobbiamo pensare che fai una vita da atleta?
Non proprio, essere un alpinista non è come essere un forte atleta. Sicuramente devi avere una forma fisica perfetta, ma le montagne non sono uno stadio, bisogna stare attenti ed avere un certo feeling con l'ambiente circostante. Per essere un buon alpinista ho bisogno di sentirmi connesso con la natura, ho bisogno di pensare già dal fondovalle alle condizioni che troverò una volta in parete. Controllo il meteo, poi decido dove andare. Mi piace molto questo aspetto, il dover immaginare come saranno le condizioni. Se poi, una volta nel mezzo dell'azione, le difficoltà e le condizioni sono proprio come me le ero immaginate, allora mi sento nel posto giusto al momento giusto.
Un alpinista professionista è un buon mix di conoscenza ed allenamento. Queste sono le regole del gioco che permettono di muoversi in sicurezza in montagna. Mi piace tantissimo quella sensazione, in particolare durante le spedizioni, quando sei bloccato dal mal tempo al campo base e devi mettere insieme tutto il tuo bagaglio di esperienze per capire che diavolo stia succedendo su in quota e come sarà la parete quando arriverà finalmente il momento di toccarla.
Dove sta andando l'alpinismo? Sempre più forte oppure sempre più veloce?
Credo che l'attuale sfida dell'alpinismo sia in Himalaya: scalare più forte, nel miglior stile possibile. Al di là di Ueli Steck, nessuno ha scalato più forte di quanto avessero già fatto nell'età d'oro himalayana durante gli anni '90. L'alpinismo veloce può essere praticato solamente su terreni abbastanza facili, ed il livello non è aumentato rispetto a quel periodo. Forse è andata così anche perché gli alpinisti di oggi tengono di più alla loro vita...
Credo che alcuni atleti molto forti e motivati, provenienti dal mondo dell'arrampicata sportiva oppure delle gare di endurance, potranno portare qualcosa di nuovo nel mondo dell'alpinismo. Avranno comunque bisogno di un po' di tempo di adattamento per imparare a conoscere la montagna.
Quanto parli di scalare forte e nel miglior stile possibile, intendi lo stile alpino?
Assolutamente si! Muoversi veloci in montagna è una caratteristica dello stile alpino. Attenzione però, la velocità non è l'obbiettivo, è la chiave per avere successo! Se sei abbastanza veloce ci metti meno tempo, puoi portare meno peso e sei meno esposto ai rischi.
Al di là della performance, cosa ti piace vivere in montagna?
Mi piace molto spingere i miei limiti, ma la prestazione non è il mio unico obbiettivo. In primo luogo perché è troppo pericoloso. Da quando ho cominciato a scalare e partire per le spedizioni, ho perso molti amici che hanno dedicato la loro vita all'alpinismo estremo. E poi c'è molto di più dietro alla facciata di una scalata, soprattutto nelle spedizioni. Ci sono luoghi incredibili, ci sono persone che hanno una vita completamente diversa dalla nostra. Quando torno nello stesso posto anno dopo anno, vedo i bambini che crescono, mentre le montagne sono sempre là...
Al momento i miei viaggi sono più focalizzati sull'alpinismo, ma un giorno vorrei dedicarmi ad un altro tipo di spedizioni. Semplicemente viaggerò per incontrare le persone, per vedere com'è la vita di montagna in diverse parti del mondo. È affascinante anche per immaginare come vivevano gli abitanti delle Alpi nel passato.
Questo inverno per esempio partecipo ad una spedizione in Pakistan per insegnare alle persone a sciare. Gli porteremo un po' di materiale e gli insegneremo ad usarlo. Sarà anche una grande occasione di scambio culturale, sono contento che anche Scarpa Spa® partecipi a questo progetto.
A proposito di insegnare, sei anche Guida Alpina.
Si, sono diventato Guida Alpina appena ventenne, ed è stato il lavoro grazie al quale mi pagavo le spedizioni! Ho fatto questo mestiere per dieci anni, è stato bellissimo. Mi ha permesso di passare tanto tempo tra le montagne, conoscere persone interessanti e visitare alcune zone delle Alpi nelle quali, senza questa scusa, non sarei mai stato.
Il lavoro di guida è un bel modo per vivere quel feeling con le montagne di cui parlavo prima, ma andare in montagna e portare qualcuno in montagna sono due cose molto diverse: nel primo caso devo solamente pensare a me stesso, mentre i miei amici fanno altrettanto. Nel secondo caso invece ho la responsabilità di una persona, e devo prendermente cura, insegnargli, insomma essere là per lei.
Un altro aspetto che mi piace del lavoro di guida è che, andando più lentamente del solito e non essendo ovviamente orientato ad una performance, ho più tempo e tranquillità per godermi il paesaggio. Da cinque anni comunque ho la fortuna di allenare la nazionale francese di alpinismo e devo dire che questo nuovo lavoro è molto stimolante! Riesco a mettere a frutto entrambe le competenze di Alpinista professionista e di Guida Alpina.
Credits: Mathis Dumas
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