Con me per questa salita Luca Schiera, il compagno di mille avventure, e Giacomo Mauri, giovane e forte ragazzo lecchese. Dopo essere saliti con gli sci al rifugio Boccalatte, il 23 febbraio, alle 4 del giorno successivo abbiamo proseguito raggiungendo, in poco meno di 4 ore, i contrafforti sotto il pilastro principale, immediatamente a destra della via di ghiaccio aperta da Enrico Bonino e Jon Bracey nel 2019. Da qui abbiamo iniziato a risalire i muri di roccia fino alla parte più compatta del pilastro. L'idea era quella di tracciare una linea logica ed elegante al centro della parete pensando, viste le giornate corte di febbraio, che la via ci avrebbe richiesto due giorni. Questa volta la natura ci ha fatto un regalo: roccia molto solida e, soprattutto, estremamente lavorata con concrezioni di ogni genere. Le difficoltà tecniche sono sempre state moderate, d'altronde mica tutte le vie possono essere dei "bastoni"? Esisteranno anche vie più facili ancora da aprire, o no?
Abbiamo diviso il pilastro principale in 5 lunghezze di corda, delle quali l'ultima sicuramente degna di nota perché perfettamente verticale ma su appigli sempre generosi.
Dalla cima del pilastro, con una traversata in cresta, siamo sbucati sul plateau glaciale sotto la punta Walker delle Grandes Jorasses, dove passa la via normale. L’abbiamo seguita in discesa fino a fare rientro al rifugio Boccalatte alle 19, quindici ore dopo averlo lasciato.
Un'avventura davvero completa, vissuta in un ambiente profondamente diverso da quello conosciuto in estate. Le temperature erano giuste per scalare su roccia (con una bella giacca a vento addosso), ma soprattutto l'abbondante quantità di neve presente ci ha fatto stare con le antenne dritte per tutte le quindici ore di questa lunga giornata.
Il Regalo di Berna
Matteo Della Bordella, Luca Schiera e Giacomo Mauri
24-02-2021
400 m; 6b max