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WILL GADD E IL KILIMANGIARO: ALLA SCOPERTA DEL GHIACCIAIO CHE NON C'È QUASI PIÙ

Nel 2014 infatti Will Gadd aveva raggiunto il cratere del vulcano e ne erano venute fuori alcune foto di arrampicata incredibili, su dei pinnacoli simili a delle pinne, curiose strutture ghiacciate formate dalla particolare combinazione di altitudine (la quota è quasi 6000mt) e forte irraggiamento solare (in fondo siamo pur sempre all'equatore).

A distanza di sei anni, nel febbraio 2020, tutto è pronto per tornare in Africa. Solamente una volta sul posto, dopo diversi giorni di cammino per prendere quota dalla savana africana, Will si rende conto che ha davanti a sé un'altra montagna, rispetto a quella che aveva conosciuto anni prima. Le condizioni del ghiaccio sono irriconoscibili, la via scalata da Messner praticamente scomparsa. Lo sconforto lascia il posto prima alla voglia di andare a vedere il grande ghiacciaio sommitale, e poi alla necessità di raccontare cosa sta accadendo lassù, sul tetto dell'Africa.



Il personaggio
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Will Gadd, raccontaci chi sei, dato che in Europa ci raggiunge soltanto qualche scarna notizia delle tue salite estreme.
"Le montagne sono la mia casa e sono state tutta la mia vita. Sono cresciuto arrampicando con i miei genitori, poi mi sono diviso tra kayak, speleologia, parapendio e sci. Ho investito moltissimo tempo ed energie in ciascuno di questi sport, anno dopo anno. Sono stato istruttore ed atleta sponsorizzato di kayak, poi ho firmato per due volte il record mondiale di distanza con il parapendio. Direi che mi sono veramente immerso in queste attività dando sempre il 100%, amandole con tutto me stesso.
Ho passato la maggior parte degli inverni a scalare su ghiaccio, visto il freddo che fa qua in Canada. Ho anche gareggiato in arrampicata sportiva, vincendo alcune volte la competizione nazionale canadese e piazzandomi bene in qualche gara internazionale. Inoltre sono guida alpina, conferenziere, scrittore e padre di due bambini che hanno ereditato il mio amore per la montagna. Anche la mia compagna è atleta e guida alpina, quindi la mia vita è davvero circondata di montagne!"
 
Ghiacciai e cambiamento climatico

Sul Kilimangiaro hai trovato il ghiacciaio irriconoscibile rispetto al 2014 Che cosa è successo?
"Le dimensioni del ghiacciaio sono ora drammaticamente ridotte! Questo è quello che si vede, ma non è tutto. Diciamo che le montagne sono molto meno stabili di una volta. Il ghiaccio del Kilimangiaro fungeva da collante, teneva attaccate le rocce della montagna, ed ora che si sta sciogliendo ci sono molte più scariche di sassi di ogni dimensione. Lo stesso processo sta avvenendo sulle Alpi, sulle Montagne Rocciose Canadesi, in Himalaya, insomma un po' dappertutto. Quello che voglio dire è che non c'è solo il ghiaccio superficiale che vediamo, ma anche il ghiaccio sotterraneo, che si chiama permafrost. Come si sciolgono i ghiacciai, si scioglie anche il permafrost, causando frane e scariche di sassi. Non solo le rocce, ma anche i ghiacciai diventano più instabili, dato che spesso hanno molta acqua di scioglimento che scorre sul fondo."
 


Pensi che il cambiamento climatico stia rendendo più difficili la maggior parte delle vie di ghiaccio del mondo?
"Purtroppo i ghiacciai sono da sempre le zone più semplici da percorrere per raggiungere le più alte montagne del pianeta. Quando non c'è più ghiaccio, diventa molto più difficile muoversi sulle pietraie instabili, senza contare il fatto che anche il piccolo ghiacciaio che rimane diventa più crepacciato ed instabile. Molte delle vie classiche delle Montagne Rocciose Canadesi sono ora troppo pericolose e per questo vengono abbandonate, oppure salite con delle varianti. È un problema grosso e che coinvolge tutte le montagne e gli alpinisti. Anzi, direi che riguarda anche chi in montagna non ci va e pensa di potersi disinteressare alle sorti dei ghiacciai."
 
Tornando alla via Messner del 1978, che cosa è successo?
"Se un ghiacciaio si riduce, come quello del Kilimangiaro, significa anche che c'è meno acqua di scioglimento. Quindi a valle non si formano più le stesse strutture di ghiaccio come quando colava più acqua. Così una bella e grossa cascata di ghiaccio scintillante diventa rapidamente una struttura instabile ed uno scivolo grigio di rocce instabili. Molta meno acqua, molti più sassi che cadono: decisamente una pessima combinazione.
Anche sul ghiacciaio che porta alla base della parete, ormai quasi interamente scomparso, ci sono continue scariche di sassi. Per me il rischio di quella scalata è troppo alto, ma può darsi che qualcuno ci proverà...gli auguro molta molta fortuna!"
 
Will, ci sono invece delle vie che stanno diventando più facili in seguito al cambiamento climatico?
"C'è qualche via in effetti considerata da sempre molto pericolosa, perché si sviluppa sotto dei seracchi verticali o strapiombanti, che ogni tanto scaricano pezzi di ghiaccio. Ora questi seracchi si sono sciolti e sono molto più sicuri. A vedere quindi un piccolo lato positivo, ci sono alcune nuove vie di ghiaccio ora percorribili con buon margine di sicurezza, che avrebbero portato a morte certa quarant'anni fa."
 


Avevi già visto quindi l'impatto del cambiamento climatico sui ghiacciai del mondo, prima di andare sul Kilimangiaro?
"Da bambino, quando i miei genitori mi portavano sull'Athabasca, il ghiacciaio vicino a casa, si camminava solo qualche minuto prima di raggiungere il ghiaccio. Con il passare degli anni, anche se camminavo sempre più veloce, la passeggiata per raggiungere il ghiacciaio diventava sempre più lunga...Adesso non si vede più nemmeno la lingua di ghiaccio dal parcheggio! Quando ho iniziato ad andare in giro con le carte topografiche mi sono accorto che la maggior parte di queste segnavano l'inizio dei ghiacciai in punti sbagliati, spesso con errori di chilometri, non solo pochi metri. Il cambiamento era evidente, ma nella mia testa pensavo fosse una cosa normale. Pensiamo alle montagne ed ai ghiacciai come a delle certezze, delle cose perenni, ma non lo sono."
 
Take action

Hai in mente di visitare altri ghiacciai fragili per scattare foto e sensibilizzare la gente su questo tema?
"Sto partecipando ad un progetto che mira a ricreare immagini di com'erano le montagne canadesi una volta. Aiutare le persone a vedere come sono cambiati i ghiacciai è una parte importante della mia vita e del mio lavoro attuale. Voglio avere la risposta pronta quando i miei figli mi chiederanno: "Quindi papà, cosa hai fatto te per contrastare il cambiamento climatico?"
 


Pensi che ci sia ora più attenzione su questi temi, rispetto a quando hai cominciato ad arrampicare?
"Ora pensiamo di più all'impatto che abbiamo sul pianeta, dal momento che ci sono prove sempre più evidenti che la situazione è grave. Personalmente avevo questa idea in testa anche dieci anni fa, anche se non ci pensavo troppo. Adesso invece gran parte delle mie decisioni tengono in conto le conseguenze ambientali delle mie azioni. Prendere o non prendere un aereo, che auto utilizzare, ci sono molte scelte personali che hanno un impatto. Secondo me ora il cambiamento più grande che possiamo fare è quello di votare per persone che affrontano i problemi ambientali seriamente ed allo stesso tempo agire a livello personale. Non ho soluzioni perfette e valide per tutti, ma in quanto atleta di sport di montagna credo sia importante fare qualcosa di concreto. Ho iniziato con il non consumare carne infrasettimanalmente (questo è stato più facile del previsto in realtà!), ho optato per un veicolo che consuma meno carburante, scaldo la casa con fonti sostenibili, cerco di far durare il più possibile le cose a discapito dell'usa e getta ed in generale provo a ridurre quella che chiamiamo "carbon footprint". Non è così difficile in fondo, ho fatto i conti e spero di riuscire a portare il mio bilancio di carbonio a zero per il 2022. Viaggiare in aereo è sicuramente la parte più spinosa per me, ma posso compensare investendo in progetti puntuali e certificati che riducono le emissioni di carbonio. Direi che questo cambiamento di stile di vita è in alcuni aspetti molto semplice ed in altri molto complicato!"


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Le attività in montagna sono sempre più diffuse. Visto quanto fragili sono le rocce ed i ghiacci, pensi che la crescente frequentazione possa diventare un problema? Cosa bisognerebbe fare per rispettare la montagna?
"Gli sport outdoor sono sempre più popolari in tutto il mondo. Le montagne sono ogni anno più affollate, il soccorso alpino è sempre più impegnato, così come le guardie forestali ed il personale dei parchi. Ovviamente la maggior parte di questi nuovi frequentatori non ha tanta esperienza di montagna, almeno qui in Canada è così. È necessario investire molto nell'educazione e nella formazione. Molte persone quando leggono il cartello "parcheggio" si immaginano di trovare bidoni dell'immondizia, toilette, servizi. Ma non è sempre così, anzi. Di conseguenza si getta spazzatura al suolo, le persone camminano fuori dal sentiero e non capiscono i problemi collegati al loro comportamento. Non si può fargliene una colpa, bisogna semplicemente spiegargli cosa fare e perché. Come uomo e montanaro, ma anche come guida alpina, aiutare le persone ad avere comportamenti responsabili e rispettosi della montagna mi dà grande soddisfazione. Dietro ogni problema si nasconde un'opportunità: bisogna solo trovare il modo di scoprirla, insieme."
 
Credits: Giovanni Zaccaria
Photo Credits: Red Bull, Cristian Pondella 

 
 

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