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ALE BAÙ E L'AMERICAN FAMILY CLIMBING TRIP

Chi eravate quindi in questo viaggio? Come vi spostavate e dove dormivate?
"Ero assieme a mia moglie Claudia e mia figlia Viola. Poi c'erano con noi Mirco Grasso, Dimitri Anghileri (dei Ragni di Lecco) e Giulia Venturelli. Eravamo una bella squadra con una piccola mascotte. Abbiamo noleggiato un camper davvero enorme, era la nostra casa a quattro ruote. A Yosemite Valley abbiamo dormito qualche notte in tenda a Camp 4, per il resto sempre in camper. Post covid il costo dei camper è schizzato alle stelle rispetto a qualche anno fa, ma resta comunque un mezzo comodissimo."
 
Qual è stato l'itinerario del viaggio?
"Siamo stati una settimana ad Indian Creek. Appena arrivati abbiamo scoperto che quasi tutti i settori classici sono chiusi in primavera per la nidificazione di uccelli protetti. C'erano comunque una enormità di tiri da scalare. Abbiamo fatto due tappe veloci a Castleton Tower e Long Canyon prima di spostarci a Zion. Volevamo andare poi diretti a Yosemite, ma visto che il meteo là non era dei migliori ci siamo fermati a Red Rocks. È stato un fuori programma niente male, prima di spostarci nella magica valle dove abbiamo finito il giro.
 
Il vero obbiettivo di questa vacanza di famiglia era che Claudia tornasse sulla Salathé al Capitan. È una via che avevamo già provato assieme nel 2011, ma un temporale imprevisto ci aveva fatto ritirare dal ventiquattresimo tiro. Lei allora scalava da solo due anni, mentre io quell'autunno ero appena tornato da una trasferta lavorativa lunga due mesi. Da una nave in Kazakistan ai muri di granito della Yosemite Valley. Nonostante la delusione per non aver raggiunto la cima, eravamo ben consci che più di così non avremmo potuto fare. Io ero poi tornato due anni dopo con Lorenzo D'Addario, mentre Claudia non aveva più avuto occasione per ritentare. Quest'anno era proprio il momento giusto per lei, per togliersi questo bel sassolino dalla scarpa. Mentre era in parete assieme a Mirco, io e Viola siamo andati a fare un trekking con tanto di tenda e fornello fino al little Yosemite Valley Campground...un posto meraviglioso! Quando poi siamo tornati in valle, alla sera del terzo giorno, ho guardato su verso la headwall del Capitan ed eccoli. Stavano arrivando alla long ledge, ancora qualche tiro e sarebbero stati fuori, che emozione! Mi sono tornati in mente i ricordi mesti e fradici del nostro tentativo insieme, e quello che avevo provato due anni dopo assieme al Lorenz, quando mi trovavo proprio in quel punto verso la fine. Sapevo che ora per Claudia la cima era vicina e che il sogno si sarebbe finalmente realizzato!"
 


Che consigli daresti ad una coppia di climbers che vuole viaggiare con figli al seguito?
"Eh, bella domanda proprio! Questo è stato per noi il secondo viaggio negli Stati Uniti assieme a Viola. Ora ha cinque anni, la prima volta poco meno di due. Allora c'era con noi anche la nonna, che ogni tanto ci faceva da babysitter mentre andavamo a scalare. Eravamo stati a The Needles, sul Keeler Needle al Monte Whitney, nella zona di Bishop, Tuolomne Meadows e Yosemite. Questo viaggio invece siamo stati in compagnia di amici, come avevamo già sperimentato altre volte, per periodi più o meno lunghi, in Italia. Finchè siamo stati ad Indian Creek, abbiamo scalato su monotiri e abbiamo passato le giornate sempre tutti insieme. Quando ci siamo spostati negli altri posti, a fare vie lunghe, io e Claudia ci siamo invece alternati.
Viaggiare con figli al seguito è ovviamente più complicato, perché devi sempre pensare a mille cose e scendere spesso a compromessi. Comunque, per me, è la cosa più bella del mondo. Non so cosa Viola ricorderà di questo viaggio, forse poco o niente, ma credo che per lei sia stato uno stimolo pazzesco. Portarla con noi è un modo unico per farle apprezzare (speriamo) uno stile di vita a contatto con la natura, indipendentemente dalla scalata. Viaggiando abbiamo incontrato molte famiglie del centro e del nord Europa che viaggiavano con bambini, ma pochissimi italiani. Questa cosa ci ha fatto pensare, speriamo che le cose cambino in futuro!"
 
Quindi, cosa è piaciuto di più a Viola degli States?
"Sicuramente è rimasta estasiata dagli incontri con gli orsi (è capitato ben due volte). Era poi molto fiera e soddisfatta quando è diventata una Junior Ranger: praticamente nei parchi americani c'è un programma apposta per i bambini, per sensibilizzarli al rispetto della natura. Alla fine del percorso fanno una specie di promessa e diventano Junior Ranger.
Per buona parte del viaggio è stata impegnata a osservare e fotografare le piante del deserto ed a raccogliere tutti i sassi possibili ed immaginabili. Adesso stiamo facendo un quaderno con tutte le fotografie scattate: piante, animali, e tutte le cose che attraggono l'occhio di un bambino. Per me è bellissimo ora rivivere il viaggio attraverso i suoi occhi bassi e curiosi, cambio il mio punto di vista, ed ancora una volta imparo."
 


Quando sarà la prossima volta negli States? Magari Viola sarà parte della cordata e dormirà con voi in portaledge!
"Spero sinceramente di tornare dall'altra parte dell'oceano ben prima di fare cordata con Viola! I parchi americani sono veramente spaziali, non vedo l'ora di tornarci."
 
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