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Sulla Punta Tissi Nord-Ovest Civetta, Colonne d’Ercole è il nome ideato da Ale e piaciuto subito al team perché descrive perfettamente la morfologia della parete e trasmette il senso memorabile dell’esperienza vissuta: punta Tissi infatti termina con un imponente pilastro giallo, “la colonna”, e la scalata mette a dura prova forza i nostri corpi e le nostre menti.
A loro dire, è una via “bella, difficile ed etica”. Bella “perché c’è una roccia incredibile, su 28 lunghezze solo tre quattro tiri sono delicati, sui restanti, la miglior roccia della Marmolada!” La linea è logica e indipendente; nel primo terzo di parete la direttiva di salita è data da una serie di fessure e un grande diedro strapiombante; il tratto centrale è caratterizzato da placche grigie “da urlo” mentre l’ultima sezione è una successione di pilastri e placche con roccia ancor più lavorata. Difficile perché la continuità della via e l’impegno mentale ne fanno un importante banco di prova. La difficoltà massima non è proibitiva (IX grado). La sequenza dei tiri nella sezione centrale IX-,IX-,VIII/VIII+,IX,IX-,VIII+/IX- e sulle restanti lunghezze ci sono ancora tanti VIII e VII che alla fine ti sfiancano.” Etica perché pur disponendo di un trapano, sono stati utilizzati solo protezioni veloci, chiodi e martello.
L’idea è nata nel 2008 quando dopo essersi conosciuti, Ale e Nic hanno deciso di studiare una via assieme. Dopo aver perlustrato il Tissi non hanno avuto dubbi sulla via da aprire e l’invito esteso ad Ale (Beber) di far parte del team è stato colto al volo. Il team è stato perfetto: in apertura l’accordo era di fare un tiro a testa in modo da essere sempre riposati. Sulle placche centrali si sono alternati un po’ di più Ale e Nic, ma Ale (Beber) li ha portati fuori dalle placche con un passaggio incredibile su mono e bidito.
Non hanno usato alcuno spit, solo chiodi normali e protezioni veloci: “Sinceramente” racconta Ale “la seconda volta che siamo saliti (in cui abbiamo aperto 5 tiri, dal 9° al 13°, VII-, VII+, II, IX-, IX-) , avevamo gli spit e il trapano nello zaino perché dal basso le placche della sezione centrale sembravano veramente impossibili; quando siamo arrivati alla prima cengia e visto da vicino cosa ci aspettava, abbiamo capito che sarebbe stata dura ma che… ci si poteva provare! E quella volta gli spit sono rimasti in fondo al saccone. Da allora, anche durante l’apertura dei tiri più impegnativi, avevamo con noi solo martello, chiodi e tanta voglia di_scalare!”
L’avventura è durata tre anni, perché in tre è stato difficile trovare delle giornate libere per tutti, ma la motivazione è stata sempre al massimo. “E poi In questi anni abbiamo stretto una bella amicizia!” conclude Ale.
I due giorni della libera sono stati strepitosi: “era inizio settembre ed un cielo così terso capita poche volte”. “La cosa meno bella, aggiunge, “è sicuramente averla finita”. Sarà dura per loro trovare altre linee di questo spessore. Ovviamente ci proveranno! Dopo Chimera Verticale, aver concluso Colonne D’Ercole sarà stato certamente magnifico. Quando da Laste Ale guarda la Nord Ovest, pensa a tutte le belle avventure vissute, e gli sembra un sogno!
“È una salita magnifica, da vedere almeno da lontano! Può essere pianificata in due o tre giorni: con la prima soluzione si bivacca non proprio comodamente alla fine della quindicesima lunghezza. Invece se si vuole prendere con un po’ di calma al 10° e al 22° tiro (o al 23°) ci sono due cenge enormi. E comunque salire la Nord-Ovest, ne vale assolutamente la pena perché solo quando sei tra le pieghe della parete si coglie l’imponenza dell’ambiente. Tante cordate come prima esperienza scelgono la Aste, via mitica di tutto rispetto; poche però sanno che la “via dei polacchi” è una valida alternativa altrettanto bella ma molto meno ripetuta.”
Punta Tissi, Nord Ovest Civetta ci è stata raccontata come una linea pazzesca, che toglie il fiato, una delle vie di riferimento in Dolomiti. In Civetta negli ultimi 22 anni sono state aperte solo 5 vie sul paretone, tra cui Chimera Verticale. Non ci resta che guardare il video ed augurare ai suoi apritori che Colonne d’Ercole diventi presto une delle vie di riferimento dell’alpinismo in Dolomiti.
La via è dedicata a Ventura, Valter e Renato, (ndr Venturino De Bona, Valter Bellenzier e Renato De Zordo) i gestori dei rifugi Torrani, Tissi e Coldai