Il tuo carrello è vuoto
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Ti svegli la mattina e in camera fa già freddo. Guardi fuori e vedi il cielo cattivo.
La temperatura oscilla attorno allo zero, a volte un più cinque, altre un meno cinque: ma è il freddo umido, quello che ti entra nelle ossa e ti fa paura. La terra è bagnata, le rocce sono scivolose e sui monti regnano silenti neve e ghiaccio. Eppure la matta voglia di correre non si ferma neppure nel periodo invernale.
Per uscire di casa, ovviamente, serve massima attenzione all’attrezzatura: strati caldi, giacche, guanti sono essenziali e non gadget da tenere nello zainetto se per caso succede qualcosa.
C’è poi tutta la questione delle scarpe: a volte quelle usate nell’alpine running estivo non bastano, in certe gare occorrono calzature apposite o persino dei ramponcini. Ma se corri in montagna, tutte queste cose le sai già. Abbiamo perciò chiesto ad alcuni degli atleti SCARPA i loro suggerimenti per allenarsi, nonostante il gelo. Eccoli.
E partiamo dal più “sporco” di tutti, il consiglio di Cristian Sommariva. “A chi mi chiede cosa deve fare per allenarsi durante l’inverno, quando i monti sono impraticabili – dice - consiglio sempre le corse campestri perché correre nel fango è molto allenante: a primavera si vedono i benefici sia su strada che in montagna”.
C’è poi Matteo Pigoni, che invece suggerisce semplicemente di cambiare sport, almeno per un po’. “La cosa che posso consigliare è fare chilometri e lavori specifici in palestra in eccentrico, in modo di allenare i muscoli per la discesa”, dice. “Ma se uno ha voglia e passibilità può correre in bici o coi pattini in linea. È questo il problema per chi non ha salite nelle vicinanze: deve sempre trovare un modo per diversificare”.
Anche Filippo Canetta ha la sua ricetta. Ed è improntata sull’ottimismo. “Serve prendere i lati positivi di ogni stagione”, dice sorridendo. “In autunno ed in inverno non fa caldo e si possono fare allenamento più veloci e intensi anche in un parco cittadino. Se invece si ha la possibilità di raggiungere un bosco, l’autunno ha dei colori meravigliosi. Approfittatene, anche con la neve”.
C’è infine l’analisi di Davide Grazielli, che considera l’inverno un periodo di transizione dentro il quale trovare un'attività diversa per staccare, mentalmente e fisicamente, dopo una stagione a mille all’ora. Il paradosso per lui è che proprio d'inverno avrebbe più accessibilità a dislivello e sentieri visto che in Liguria non ci sono problemi, anzi. “Come gestisco il tutto cercando comunque di rifiatare? Dedicandomi a cose diverse”, spiega. “A parte qualche gita sulla neve, non faccio altre attività aerobiche: non possiedo una bici, e nonostante mi piaccia nuotare, difficilmente vado in piscina. Allora cambio focus ed invece di continuare a dedicarmi ai lunghi allenamenti ed ai chilometraggi monstre, mi metto a fare qualcosa di completamente diverso, pur restando nell'amata corsa. Ogni anno mi cerco una sfida e mi dedico a quella: i 10.000 sotto quaranta minuti, il miglio in cinque minuti, il vertical da mezz'ora sparata... qualsiasi cosa che mi metta fuori dalla mia zona di comfort e mi faccia ridurre i chilometraggi senza logorarmi. È anche il momento giusto per dedicare più tempo a mobilità articolare, stretching e potenziamento, da fare a casa, al caldo e tranquilli: con le giornate brevi, a volte rende più quello che una corsa fatta tanto per mettere qualcosa su Strava. A marzo il fisico ringrazierà, avrete voglia di rimettervi sotto a macinare uscite e probabilmente sarete più veloci di quelli che hanno continuato a spararsi solo chilometri su chilometri”.