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Denis Trento riesce a scovare due nuove incredibili vie sul Monte Bianco e ce le racconta:
"Scalare una nuova via di ghiaccio o misto sul Bianco è il sogno di molti alpinisti. Purtroppo (o per fortuna) il Monte Bianco oltre a dare i natali all'alpinismo è stato il campo di gioco ideale per tutte le generazioni di scalatori. Da Jacques Balmat a Ueli Steck, qui i migliori alpinisti di ogni epoca hanno sperimentato nuove tecniche e "spinto" avanti il livello psicologico e fisico.
Avendo ormai quasi due secoli e mezzo di frequentazione alpinistica alle spalle e un accesso molto rapido ( le funivie collegano il fondo valle a Punta helbronner dal dopoguerra), va da sé che il terreno "vergine" è merce molto rara. Soprattutto se si cerca una linea logica, elegante e evidente.
Passando sotto il Pic Adolphe per andare a scalare come tante altre volte, è stata proprio l'eleganza e la bellezza della linea che si era formata nel diedro a destra della Salluard a catturare la mia immaginazione.
Una volta sfogato un piccolo episodio di maltempo, non riesco ad aspettare che molli anche il vento. Per fortuna mio cognato Jean-Marc è ancora più motivato di me e non ha problemi a partire in una giornata di raffiche "patagoniche".
La scalata si rivela stupenda e molto divertente, con alcuni passaggi molto belli che fanno "grado" (M6 a detta di ripetitori molto più ferrati di me).
Sebbene la via non sia relazionata su nessuna guida, una volta scesi a valle ci chiediamo se sia veramente possibile che una linea così bella e di facile accesso abbia davvero potuto passare inosservata per tutto questo tempo.
Francamente ci sembra improbabile, anche se la via si forma molto raramente e questa è una stagione di condizioni irripetibili. Decidiamo comunque di dargli un nome: "Grégory où Théophile?" E di relazionarla sulla pagina Facebook del Rifugio Torino.
Il post viene letto da 10600 persone e l'unica segnalazione di precedente salita viene smentita dall'interessato: la G.A. Pierre Morand. Nonostante questi riscontri continuiamo a dubitare che sia una "prima" e saremo ben lieti di restituire la via al suo eventuale apritore qualora venisse alla luce.
Visto che meteo e condizioni rimangono molto belle e stabili, continuo a salire regolarmente al Torino per allenarmi con gli sci. Frequentare la zona per sciare, senza dover correre a testa bassa all'attacco di questa o quella via, permette di guardarsi intorno con più calma e di vedere le cose da un'altra prospettiva.
Durante una di queste sciate, decido di salire, per poi scendere sciando, un ripido canalino in fondo alla Combe Maudite. Salendo vengo nuovamente rapito dalla logicità della linea incassata nel diedrone a sinistra del seracco del Maudit: una riga dritta dal ghiacciaio fino al colle.
Nemmeno in questo caso trovo relazioni sulle guide, né su internet. Questa volta sono convinto che si possa trattare di terreno vergine, in quanto la via è visibile solo da una certa angolazione e l'attacco non è per nulla evidente.
L'attesa di scoprire come sarà questa scalata dura solo lo spazio di una notte: il mattino dopo sono di nuovo in funivia, in compagnia di Alex Chadel. Trovare un'entrata riparata dalle scariche del seracco si rivela più complicato del previsto e mi obbliga a scegliere una linea diversa da quella che mi ero immaginato. Dopo quattro bei tiri di roccia, misto e ghiaccio, un traverso di una ventina di metri mi riporta sull'asse della goulotte finale. Da qui la via tira dritta per più di 200m fino all'uscita, impennandosi gradualmente dai 60 fino ai 95 gradi, con qualche passo di M6+ difficile da proteggere.
Una volta usciti ci tocca letteralmente buttarci giù per le doppie di Filo di Arianna e correre alla funivia: Alex monta in servizio come pompiere alle 8 e io ho una moglie agli ultimi giorni di gravidanza.. Per la cronaca Grégory nascerà la notte dopo..
Rimanendo in tema famigliare Alex mi concede di chiamare questa via "No riescio a dommire": è la frase che mi ripete cento volte a sera mia figlia Séverine prima di addormentarsi ed è quello che mi succede quando ho una via in testa.."
- Denis Trento