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Come si fonda la relazione fra Lost Arrow e SCARPA®?
Quasi sempre quello che più mi interessa prima ancora del business sono le relazioni. Credo che siano molto più importanti le relazioni rispetto al business. Soprattutto se sei deciso a renderle durature, e dopo dieci o venti anni, vuoi vivere questi legami come uno sforzo comune, esattamente come quello che si crea fra soci di cordata, in montagna.
Il Team di SCARPA®, fra Davide, Sandro, Cristina (Parisotto ndr.), così come i designer, il dipartimento marketing e così via, è fatto di amici per me. Per me è importante creare questo genere di legami, non solo pensare al business.
Nel mondo lavorativo ci possono essere periodi belli e brutti, ma le relazioni di amicizia resistono anche alle pressioni più grandi.
Quando hai iniziato a lavorare nel mondo dell’Outdoor?
Ho tradotto il libro di Yvon Chouinard, persona che poi mi ha ospitato a casa sua per un intero mese. Abbiamo scalato ogni giorno assieme, e che mi chiese di distribuire Chouinard Equipment. Era il 1982, ma io avevo in progetto delle spedizioni, quindi risposi
“ Mi dispiace, ma ho bisogno del mio tempo per andare in montagna a scalare.”
Il giorno dopo Yvon me lo richiese ancora. Nella cultura giapponese, se qualcuno ti chiede qualcosa per tre volte di seguito non puoi rifiutare. Yvon me lo chiese due volte, ma io accettai.
Come alpinista quale è la montagna più impressionante?
Ci sono un sacco di montagne che sono impressionanti, ma dovendo scegliere rispondo il K2. Ero in un National Team, un’ascesa veloce organizzata dalla Cina, e siamo stati abbastanza veloci e fortunati da raggiungere la vetta. Senza l’utilizzo di ossigeno.
Sulla via del ritorno però il mio partner è morto. Quindi il K2 per me è impressionante, per diverse ragioni.
E come arrampicatore?
Forse il Fritz Roy. Non perché è difficile, ma a causa del vento. Non solo la montagna, ma anche quando sei in parete ti rendi conto di essere circondato da una natura magica. Non riesci nemmeno a parlare urlando a pochi centimetri dall’orecchio del tuo socio. Per scalare in Patagonia devi avere molte capacità.
Ti piace vivere in una grande città?
Si. Quasi sempre la vita di città è una vita di routine, comoda. In montagna viviamo fra la vita normale e il confine esterno. Spesso, con buone condizioni, viviamo come vivessimo in città, ma con le brutte condizioni ci troviamo ai limiti di essa, spesso anche vicini alla morte.
Quindi, andare in montagna è molto utile per apprezzare la vita. Per molte persone la vita è fatta per raggiungere la felicità, ma dopo alcune esperienze in montagna la vita appare multi sfaccettata. Quindi, posso dire che mi piacciono diversi aspetti della vita, molto più dei semplici e scontati motivi.
Hai mai scalato nelle Alpi?
Era il 1994, io avevo 45 anni, quindi già un bel bagaglio di esperienze alpinistiche, e decisi di tentare l’Eiger. La Nord Face dell’Eiger è un nome molto noto, ma non è poi così dura. Scelsi come compagno un ragazzo con solo due anni di esperienza, anche se un climber eccezionale. Una montagna difficile, ma comparata ad altre pareti è grande si, ma fattibile.
Riguardo il Matterhorn, ricordo che dovevo andare per lavoro alla fiera OR in USA e poi correre a ISPO Monaco. Un mio amico insegnante di Fisica alla Università di Zurigo mi chiese di andare con lui. In quei giorni avevo la febbre molto alta, a quaranta gradi. Volai negli Stati Uniti e durante quei quattro giorni recuperai un po’ fisicamente. Durante il viaggio per Ginevra il mio amico mi spinse ad andare, quindi decidemmo di provare. Le condizioni erano proibitive, zero ghiaccio, neve pressata, non c’era nessun altra cordata che si era avventurata.
Ricordo che un mio amico svizzero mi disse “siete stupidi”.
Il mio socio di arrampicata è laureato a Cambridge, insegnante di Fisica, lingua Inglese, lingua Scozzese, Giapponese, Russo, Cinese, Francese e Spagnolo. Presupponevo fosse intelligentissimo. Forse non abbastanza.
"Novembre 1980— il primo anno in cui l'Himalaya fu aperto per le spedizioni invernali- 4 cordate assieme nell'ufficio del Nepal Mountaineering Association. I giapponesi della Everest Southeast Ridge expedition, comandata da Naomi Uemura; l'Inglese Everest West Ridge expedition, con a capo Alan Rouse; l'Italiana Makalu Northwest Ridge expedition, capocordata Renato Casarotto; e poi c'ero io. Io volevo scalare in solitaria l'Annapurna . Nessuno di noi arrivò in vetta. Quattro anni dopo Uemura scomparse scendendo in solitaria invernale dal Denali. In 1986 Rouse e Casarotto morirono sul K2. Io sono l'unico rimasto vivo."tratto da Alpinist Mag
Come ti trovi a lavorare da così tanto tempo per un brand italiano come SCARPA®?
Mi sento fortunato, abbiamo avuto un ottimo timing. Francesco e Luigi (Parisotto, i fondatori ndr.) hanno sempre lavorato sodo. Io conosco SCARPA® dal 1985, quando visitai la fabbrica assieme a Chouinard e McDavid. Francesco e Luigi ci diedero un bel benvenuto, mostrandoci la sede e ospitandoci nelle loro abitazioni. Passammo una bellissima giornata assieme. SCARPA® ai tempi produceva già prodotti di altissima manifattura. Poi, dopo la morte del vecchio distributore Mr. Konishi, di cui feci le onoranze funebri a Katmandu – e con cui condividevo lo stesso club alpino - mi ritrovai a discutere del futuro della distribuzione con Sandro e Davide. Visto che ero già distributore di Black Diamond negli USA, venne tutto in automatico.
Parlaci di Lost Arrow
Quando iniziai ero, ovviamente, da solo. Avevo esperienze nella vendita perché avevo lavorato per un’Azienda internazionale nel settore della componentistica elettronica e conoscevo l’inglese. In buona sostanza iniziai a importare prodotti e li spedivo da solo caricandoli in bicicletta. Ero il più veloce pony express in città, consegnavo immediatamente dopo aver ricevuto l’ordine per telefono.
A quei tempi lavoravo solo per riuscire a permettermi del cibo e l’attrezzatura per scalare. Ciò significa che scalare per me aveva la stessa importanza di mangiare. Il business iniziò a crescere, quindi decisi di assumere una segretaria, per darmi una mano, dopodiché alcuni sales man, tutti arrampicatori. Nishi ad esempio, era uno dei più bravi designer del Giappone e decise di mollare il suo lavoro per entrare in Lost Arrow, in buona sostanza a causa dell’arrampicata.
Lost Arrow crebbe con i suoi clienti fino al giorno d’oggi, con 40 dipendenti. Di questi il 70% sono arrampicatori, il rimanente scia o scala in modo saltuario. Spero che ognuno di loro possa vivere, fare un percorso e perché no, scalare assieme: questa è la mission della mia Azienda.
La sede di Lost Arrow è a Nord Ovest di Tokyo, un punto strategico da cui è molto comodo raggiungere le falesie e le montagne per andare a sciare.
Cosa ne pensi di SCARPA®?
SCARPA® è un Azienda formata da persone molto talentuose. Ottimi prodotti ogni anno. Finiture ottime, bei colori, design e completezza. Funizionabilità, ottime idee e bei prodotti performanti.
Mi piacciono i prodotti e le persone, veramente tanto.
Anche il cibo italiano non è niente male!