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Era partito con nel cuore il sogno iridato. Si è trovato a convivere con dolori intestinali e a lottare contro il suo corpo. “Più che una gara di corsa, è stata una prova mentale”, ha commentato, a caldo. Stefano Fantuz, atleta del team Scarpa, è arrivato sessantaseiesimo ai Campionati Mondiali di Trail Running che si sono celebrati a Penyagolosa, in Spagna, lo scorso 12 maggio.
Un risultato che arriva in contemporanea ad un altro grande risultato degli uomini Scarpa: alla Transvulcania, la celebre ultramaratona di Las Palmas (zona stupenda, sono le Canarie), Daniel Jung si è classificato settimo, 75 chilometri con 4.350 metri di dislivello positivi percorsi in 7:51:40 in un tracciato spettacolare, che gli ha permesso di vivere l’intera isola spagnola, una gara che per lui ormai è diventata tradizione.
Ma gli occhi del mondo dello skyrunning erano puntati verso la comunità di Valencia. E qui l’attesa era forte per Fantuz. Sabato 12 maggio la gioia di aver domato 85 chilometri con 5.000 metri di dislivello (circa 1200 metri in meno in discesa, contando che la partenza è sul mare e l’arrivo è in zona montuosa) in dieci ore e mezzo non ha prezzo, e il suo sorriso, all’arrivo, con la bandiera dell’Italia a sventolargli tra le dita, ne è la prova. E anche grazie al suo tempo la nazionale Italiana si è qualificata tredicesima. “All’inizio speravamo di arrivare nelle prime cinque posizioni”, ha commentato Fantuz, che ha corso con le nuovissime Spin Rs di Scarpa. “Ma tra infortuni, crampi e dolori vari tra i miei compagni si è distinto solo Andrea Macchi, arrivato 24°, che è un ottimo risultato in una sfida di così alto profilo agonistico”.
D’altro canto, la gara è stata epica. Partenza alle sei del mattino, col fresco: fortunatamente non c’erano i 35 gradi annunciati alla vigilia in una zona torrida della Spagna. “Io sono partito controllato, senza tirare troppo: sapevamo che i primi quaranta chilometri erano quelli più semplici e per questo a livello di team abbiamo scelto una strategia comune”, spiega Fantuz. “Ma dopo un’ora ho iniziato ad avere problemi intestinali, gli stessi che avevo avuto il giorno prima. È iniziato un calvario fatto di quattro, cinque soste e mezz’ore di sudori freddi alternate a qualche momento di calma. Al ristoro dei 40 chilometri, dopo quattro ore, sono riuscito a chiedere delle fialette contro i dolori intestinali, che mi hanno consegnato solo venti chilometri dopo”.
A quel punto è iniziata la sua gara. In poco tempo, mentre le montagne si inerpicavano e i metri di dislivello aumentavano, Fantuz premeva sull’acceleratore. “Ho recuperato una ventina di posizioni e in gare di questo livello non è facile. Mi sentivo bene e con l’avvicinarsi del traguardo tutto è iniziato ad andare per il meglio. Sono stato contento di aver resistito, è stata una prova durissima e anche se il risultato agonistico non è dei migliori, sono soddisfatto della mia prestazione”.
Dopo un inizio stagione spettacolare – Fantuz infatti ha vinto la Dolomiti Beer Trail sui 45 chilometri, la DueRocche sui 21 km e la Ecorun Collis della Montefortiana sui 25 chilometri, oltre ad un gran secondo posto al Brunello Crossing sui 45 chilometri – adesso per l’atleta Scarpa la sfida è quella di allungare le misure. “Dopo una gara di questo genere mi prendo sempre del tempo per riflettere prima di puntare a nuove sfide”, dice lui. “Ma da tempo volevo allungare le distanze, superare quel muro dei sessanta chilometri che di solito rappresenta la mia gara. Ecco, inizierò a far adattare il mio corpo a quelle misure, mi piacerebbe sfidarmi su percorsi più lunghi”.