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Cinquemila persone, quattro percorsi, un unico amore: la corsa tra monti e colline. Come da tradizione, nel giorno della Liberazione gli amanti del trail running si sono dati appuntamento a Cornuda per la Due Rocche, quarantottesima edizione di una leggendaria cavalcata a fil di cielo tra Cornuda e Asolo, lungo sentieri boschivi e su strade sterrate di collina. Dai 48 chilometri per gli eroi dell’ultrarunning alla passeggiata delle famiglie: un evento che riunisce persone di ogni età, che hanno in comune l’amore per la natura, il desiderio di correre all’aperto, il coraggio di sfidarsi su misure al limite delle proprie personali capacità e la gioia di condividere con gli altri le proprie emozioni.
Proprio per questi motivi da anni SCARPA® ha deciso di affiancare il proprio logo a quello della Due Rocche: è la gara “di casa”, la via di accesso semplice e appassionata a gare epiche, quelle che portano gli ultrarunner più famosi del mondo sulle Dolomiti o sul Monte Bianco a sfidarsi. Si inizia alle Due Rocche, si finisce all’Ultra trail du Mont Blanc: e non a caso, chi correva i 48 ha ottenuto i magici punti per partecipare, tra fine agosto e i primi di settembre, alle sfide col gotha mondiale dell’alpine running. Proprio in questo contesto il team degli atleti SCARPA® ha deciso di presentarsi ufficialmente, un manipolo di eroi pronti ad una stagione di successi. E la regina dell’Utmb, Francesca Canepa, ha persino raccontato con un video la propria impresa dello scorso anno, quando è stata la prima donna italiana di sempre a vincere il “mondiale” della corsa in montagna.
Amicizia, solidarietà, passione per la natura e desiderio di andare il più lontano possibile, si diceva. Ma anche una fortissima voglia di competizione e di sfida. Sulla gara maschile dei 21 chilometri con mille metri di dislivello la medaglia d’oro è finita al collo di Gil Pintarelli, quella d’argento l’ha vinta Cristian Sommariva. Lato donne, prima è arrivata Silvia Rampazzo con un distacco abissale sulla seconda. “Abito qui vicino, correre la Due Rocche è sempre un’emozione”, ha detto mentre veniva premiata. Ottima prestazione anche per Canepa, terza sui 48 chilometri con 2.300 metri di dislivello. “Adoro questi sentieri morbidi, boschivi: è stato stupendo”.
Performance da super-atleti, le loro, che sono state ammirate dagli altri cinquemila partecipanti con quella forma di rispetto che si deve alle persone che hanno saputo andare oltre i propri limiti, sfidarsi e migliorare sè stessi. E’ questo lo spirito trail, è competizione nel rispetto della natura e degli altri. Ed eventi come la Due Rocche servono per far conoscere i valori della corsa in montagna. Qualche esempio? Bastava vedere i volontari, sorridenti agli incroci e ai ristori, ad aiutare la fatica di tutti, tanto del bambino che provava la prima avventura della propria vita, tanto dell’atleta che lottava da sei ore al limite delle lacrime. Bastava correre gli ultimi chilometri della 21: appena arrivava da dietro qualcuno della 48 con ambizioni di classifica era tutto un applaudire e un lasciarlo passare sul sentiero. Se un compagno di viaggio si fermava per i crampi, veniva subito aiutato. La colonna sonora permanente era quella del cinguettio degli ucccellini, in cielo un sole pallido che aveva sconfitto la paura dei temporali.
Quando entri nel mondo dell’alpine running, non potrai più smettere di correre. Quando hai corso la Due Rocche, nessun luogo potrà più sembrarti lontano.