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Il gelo, la pioggia e la maglia azzurra: Rampazzo e Bianchi sul podio iridato

Il racconto dei due atleti SCARPA® ai mondiali di corsa in montagna di Karpacz, in Polonia. Gara durissima

Silvia Rampazzo lotta contro la pioggia e contro il gelo e porta a casa la medaglia di bronzo.
Filippo Bianchi viene rallentato da una infiammazione alla pianta del piede ma si mette lo stesso al collo la medaglia, quella di squadra.
Trasferta eccezionale per due degli skyrunner del team SCARPA® ai mondiali di corsa in montagna di Karpacz, in Polonia dello scorso 24 giugno. Una gara da 36 chilometri, con un dislivello di 2.200 metri, che i top runner hanno concluso con tempi impressionanti: il primo classificato, l’azzurro Alessandro “Rambo” Rambaldini, ha vinto infatti in 2 ore e 39 minuti: per il 37enne di Lavenone è una conferma, due anni dopo il successo iridato di Podbrdo, in Slovenia.

Ma i riflettori del mondo dell’alpine running si sono accesi anche su Silvia Rampazzo, campionessa uscente, che nonostante condizioni meteo a lei sfavorevoli ha gestito una gara eccezionale, amministrata e in progressione. Le premesse non erano state ottime, le confida lei stessa: “Già il sabato sono andata in panico: si gelava in cima tra vento e pioggia. Io ho il terrore del freddo, lo soffro davvero. La notte poi ho dormito pochissimo, sentivo già gelo in camera. Alla partenza vedevo canotte e top: io invece ero in termica, maglietta, manicotti, fascia e paracollo e giacca wind-stop”.



Superato il panico da gelo, Silvia Rampazzo ha tenuto sempre le posizioni di vertice. Al giro di boa ha messo l’acceleratore. “Se avevo controllato la prima discesa, sulla seconda, per tenere la posizione, mi sono sparata tutte le cartucce rimaste in canna”, racconta lei. “Sono felicissima del mio terzo posto anche perché decisamente non credo che il tipo di percorso fosse nelle mie corde: aver condotto una gara discreta mi rende ancora più soddisfatta”.



Gara sofferta anche per Filippo Bianchi per via di una serie di problemi fisici. “A metà gara il dolore al piede è iniziato a farsi sentire molto forte”, racconta l’azzurro. “E così ho cambiato posizione e postura di corsa. C’era un freddo allucinante, ho avuto persino dolori di stomaco: un vero e proprio calvario. Ma sono contento di averla portata alla fine e di aver onorato la maglia azzurra”. Alla fine, il coraggio lo ha premiato col podio di squadra. Infatti, Daniele De Colò è arrivato tredicesimo; sofferenza anche per Emanuele Manzi che ha fatto i conti con il riaffiorare dei dolori al tendine e ha chiuso 26°, Filippo Bianchi è 34° con tre ore esatte. Dunque, a squadre l’Italia è medaglia di bronzo con 40 punti, alle spalle di Repubblica Ceca (15) e Stati Uniti (18).




“E’ sempre emozionante far parte di questi eventi”, conclude l’esordiente Bianchi, che ha pure giurato prima delle gare con i compagni di squadra, circondato da tricolori. “Quando hai a che fare con atleti da tutto il mondo, di questo livello, si cresce sempre. Con la nazionale si è creato un gruppo forte, il team dei tecnici ci ha aiutato a preparare la gara nei dettagli. È una occasione che non capita a tutti, ne sono fiero e onorato. Ora purtroppo si torna alla vita normale, ma è stato davvero un sogno stupendo”.




foto Marco Gulberti
Credit corsainmontagna.it





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