Il tuo carrello è vuoto
Il tuo carrello è vuoto
Quando si parla di sport, sono i numeri che quantificano e raccontano una prestazione. Per quanto nell’alpinismo non ci sia competizione alcuna, vi sono i caratteri distintivi della sfida: l’esplorazione dell’ignoto, il fronteggiare i propri limiti e l’espressione massima delle proprie capacità. Spesso il fallimento e il successo sono separati da una linea sottile, incerta: l’avventura e le incognite dell’atleta alpinista che vi cammina sopra, con maestria e consapevolezza, sono ciò che fa muovere le viscere di attori e spettatori. E così, al di là dei numeri che condensano la prestazione, c’è una storia umana.
Il 12 settembre 2018 François Cazzanelli ha salito, insieme ad Andreas Steindl, le quattro creste del Cervino senza soluzione di continuità. 4476 metri di dislivello positivo su terreno tecnico di roccia, neve e ghiaccio; 29,84 chilometri di sviluppo. Per le due guide alpine è stato un viaggio di 16 ore e 4 minuti. Questi i numeri della prestazione. Inutile dire che per arrivare ad un exploit del genere ci vuole esperienza, una vita di dedizione, mesi di allenamenti specifici ed una solida preparazione. Non si illuda quindi chi sogna di compiere una di queste quattro ascensioni, magari confidando nel meteo favorevole o nell’attrezzatura più performante del momento. Il Cervino non si è improvvisamente abbassato né addolcito, e ciò che era ascensione alpinistica non è diventato ora una passeggiata. Semplicemente François e Andreas hanno coltivato un sogno e accettato una sfida. Gli abbiamo chiesto di raccontarci qualche emozione di questa storia.
François, complimenti per questa prestazione. Quali sono le sensazioni che cerchi quando sali con il cronometro?
“Fondamentale è l’armonia assoluta tra corpo, mente e ambiente circostante. Questi 3 fattori devono essere sincronizzati al meglio, dopodiché è veramente un piacere scalare così.”
Hai mai avuto la sensazione di star rischiando troppo?
“No, però ci sono stati momenti con tanta tensione. Uno su tutti la parte centrale della cresta di Zmutt, dove iniziavamo ad essere stanchi e le condizioni della neve erano veramente molto delicate.”
Quanto conta l'attrezzatura in questo tipo di salite?
“L’attrezzatura è fondamentale, deve essere leggera e funzionale. Ho utilizzato per tutte le 16 ore le Ribelle S OD che sono leggere, pratiche e molto comode.”
Come scegli gli obbiettivi, e come ci si prepara per questi obbiettivi?
“Seguo la mia ispirazione. Per allenarmi ho un mio metodo che concilia scalata, corsa, bici e ovviamente tanto alpinismo. Negli ultimi tempi mi dedico anche a fare allungamento. Il difficile, in tutto ciò, è incastrarci in mezzo il lavoro da guida. Però il mio lavoro è una parte importante di me che non voglio trascurare.” Col tempo comunque ho imparato a riposare di più e a prendermi cura del mio corpo.”
Come riesci a conciliare un lavoro "pesante" come quello di guida con gli allenamenti?
“È molto complicato: ci vuole un’ottima programmazione, molta fortuna con il meteo e tante volte molta motivazione!”
Ti capita mai di sentirti stanco? Cosa ti spinge a non mollare?
“Sono molto motivato, ma sopratutto mi diverto sempre e questo non mi fa pesare nulla!!”