A Tambre la chiamano “danza della neve”. È un rito antico, quello dell’incrociare le dita e guardare al cielo, sperando che il freddo sia tale da far cadere fiocchi di neve e non pioggia anche a basse altezze. In particolare, a metà febbraio. Il motivo? C’è la Transcavallo. La danza della neve si celebrerà anche quest’anno, la trentasettesima edizione della storica competizione si correrà dal 14 al 16 febbraio e SCARPA® si conferma tra i main sponsor.
Quest’anno poi c’è una novità assoluta, che dentro di sé ha l’anima profonda del territorio. “Il briefing pre gara del sabato pomeriggio sarà celebrato per la prima volta in chiesa, a Tambre”, annuncia Vittorio Romor, responsabile della manifestazione e presidente dello sci club Dolomiti Ski-Alp riconosciuto dalla Fisi, la Federazione sport invernali. “Ci siamo ispirati alla Patrouille des Glaciers, organizzata dall’esercito ogni due anni in Svizzera a Zermatt. Una traversata leggendaria in alta quota tra ghiaccio e neve. Loro da sempre fanno il briefing in chiesa. Il clima è epico ed emozionante, una tradizione che forse nasce dal passato, dai rischi che correvano gli atleti. Noi per esorcizzare il fatto che ogni anno temiamo di rimanere senza neve abbiamo deciso di copiarli. Speriamo che la decisione porti fortuna. Ovviamente se non dovesse nevicare abbiamo il piano B pronto, ma si deciderà nelle 48 ore prima della gara”.
Il resto è il racconto del programma. Venerdì 14 febbraio la ormai collaudata cavalcata pomeridiana che unisce il Veneto da Tambre al Friuli in Piancavallo attraverso la Palantina: un muro di 1.100 metri solo positivi; una gara veloce, nervosa, spettacolare e ricca di fascino con tanti cambi assetto in poco tempo e la suggestione unica del tramonto che arriva. Il giorno dopo ripartenza da Piancavallo alla volta dell’Alpago con una tappa tecnica e lunga, oltre 20 chilometri, dura come conviene ad una grande classica ritmata da vette arcigne ed aeree come il Trèmol o il Colombèra piuttosto che il piramidale Cornòr e l’inedito Lastè (che con i suoi 2.248 metri sarà il tetto della Transcavallo 2020). Infine, ultima tappa domenica 16 febbraio con il mitico Monte Guslòn da raggiungere tre volte con itinerari diversi: dalla Valle del Cadin, dalla lunare e mistica Vallazza ed infine dal temuto e verticale canalino delle placche con pendenze a 55 gradi. Dentro ci sta anche la spettacolare discesa nella fantastica e mondiale Val Salàtis: in tutto, oltre cinquemila metri totali di fatica e piacere. Torna pure lo scialpinismo giovanile, per i giovani c’è la tappa di Coppa Italia Fisi, gara individuale su distanze più corte dei “grandi”: si disputerà la domenica.
Per organizzare un evento così enorme, saranno messi in campo tra i 250 e i 300 volontari dislocati sul percorso e nei punti strategici della partenza e dell’arrivo, praticamente uno ad ogni atleta che gareggerà (il limite massimo è di 120 team). “Abbiamo una estrema attenzione al regolamento, lo abbiamo aggiornato anche quest’anno”, puntualizza Diego Svalduz, presidente del comitato Transcavallo. “Il nostro obiettivo è proporre una gara che sia in anticipo sui tempi. Lo scialpinismo è diventato olimpico quest’anno alle olimpiadi giovanili under 18 di Losanna, il prossimo appuntamento per l’Olimpiade dei grandi è ovviamente Cortina-Milano dove si spera in uno storico esordio”.
D’altro canto, la Transcavallo è la competizione regina del Nordest italiano, l’unica ad avere questo livello di anzianità e l’unica ad aver organizzato, ogni anno, la gara. “La sinergia tra Veneto (Tambre) e il Friuli (Piancavallo) continua alla grande e funziona molto bene”, concludono gli organizzatori. “Crediamo in questo sport e crediamo che solo con passione e dedizione si possa far amare la montagna agli atleti in estrema sicurezza. Per questo ci siamo dati come obiettivo quello di migliorare ogni anno la Transcavallo”.
Credits: Areaphoto