Il progetto è rimasto nel cassetto per molti, molti anni. La valle di Kondus con le sue molte diramazioni laterali segna in profondità un’area di montagne perlopiù sconosciute e inesplorate, dove il ghiaccio e il granito disegnano un ambiente dal fascino assoluto e dal richiamo irresistibile. La guerra di confine fra Pakistan e India ha però creato grossi problemi di accesso a queste zone e ben poche sono le spedizioni alpinistiche che si sono avventurate qui in passato. Anche io ho tentato più volte di ottenere il permesso di accesso che però mi è sempre stato negato. Quest’anno sembra che tutto possa andare per il meglio dato che il mio amico Ghulam mi ha comunicato da Skardu di preparare i bagagli perché finalmente il permesso c’è.
Ho proposto il progetto a tre amici, Matteo della Bordella, Massimo Faletti e David Jonathan Hall che subito hanno aderito con entusiasmo. L'idea di questo nostro viaggio è quella di esplorare una zona praticamente sconosciuta ma dal grandissimo interesse alpinistico dove alte torri di granito e vertiginose pareti disegnano incredibili profili d’alta quota. Siamo un piccolo gruppo, accomunati dal fatto di voler praticare un alpinismo dove le parole esplorazione e ricerca assumano un significato autentico, lontano da code di alpinisti e vette famose.
Scaleremo in stile alpino, portandoci solo il minimo indispensabile per provare a salire quelle torri di roccia che abbiamo visto in una foto messaci gentilmente a disposizione da un amico, ma delle quali sappiamo poco o nulla a riguardo, nemmeno la quota esatta (che stimiamo intorno ai 6000 metri) né come esattamente arrivarci. Abbiamo deciso di rimanere il più isolati possibile e di non fornire aggiornamenti in tempo reale sull'andamento della spedizione per goderci pienamente questa avventura e di comunicare le salite effettuate o tentate, solamente dopo il nostro rientro in Italia che è previsto per il 20 luglio.