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MARCELLO UGAZIO BATTE IL RECORD GENOVA-MONTE ROSA!

Marcello Ugazio è ancora carico di adrenalina.
Domenica 16 aprile è riuscito a portare a termine un'impresa storica: è partito verso l’una di notte dalla spiaggia Voltri di Genova, a zero metri sul livello del mare, ha pedalato per circa sette ore, poi si è fermato una ventina di minuti ad Orsia, ai piedi del Monte Rosa, per cambiare assetto e mettersi gli sci ai piedi.
Sono seguite cinque ore di scialpinismo, con tanto di chiusura coi ramponi da ghiaccio ai piedi prima del sogno, quella Capanna Margherita che gli è sembrata il paradiso.
"Troppo freddo, troppa fatica, troppa adrenalina: piangevo di gioia, tremavo, ero felicissimo”, racconta lui a poche ore dall’impresa, mentre è ancora impegnato a recuperare energie fisiche e mentali.

Ma andiamo con ordine. Marcello Ugazio è nato nel 1996 in provincia di Novara. Ora vive tra Galliate e Crodo, dove coltiva la sua passione per lo sport. È fortissimo sui pedali e nel trail running (in particolare nella disciplina del vertical) eccelle, tanto da esser entrato nel team SCARPA.
È uomo d’avventura, ama cimentarsi nel tentativo di rompere i Fastest known time (FKT) che più lo entusiasmano. Nell’agosto del 2021 aveva già sfidato il Monte Rosa: prima bici e poi corsa a piedi. In quell’occasione aveva fermato il cronometro a 11 ore e 48 minuti, battendo il tempo di Francesco Surace (13 ore e 34′), che pochi mesi prima (a giugno) aveva strappato il record fino a quel momento mantenuto da Nico Valsesia (14 ore e 18′).



Non gli bastava, e si è cimentato nella versione “invernale” della salita su un percorso di 242 chilometri e 5.500 metri di dislivello: prima la bici, poi gli sci e l’approccio alpinistico.
La sua avventura è iniziata, al solito, in bicicletta. Partenza con gli occhi a guardare il mare, a Genova. Poi ha pedalato verso Passo del Turchino, Ovada, Alessandria, Casale Monferrato, Vercelli, Santhià, Ivrea, Pont San Martin, per arrivare infine a Gressoney per un totale di 226 chilometri e 2.700 metri di dislivello. “Speravo in un meteo migliore, c’era invece un tremendo vento freddo che fischiava contro e una nebbiolina costante”, racconta l’atleta, che in questo primo tratto si era fatto seguire da un’auto che lo ha aiutato nell’alimentazione. Il sole a quel punto iniziava a rendere lattiginosa la notte.
Esattamente a 6 ore e 59 minuti dalla partenza, ecco Orsia.
“Qui mi sono cambiato e mi sono rifocillato, voglio ringraziare per il supporto logistico Maria Cugnetto che mi ha ospitato”, racconta lui. Nel suo cuore, però, non c’era serenità in quei momenti. “Da quel punto si vedevano le vette del Monte Rosa, speravo nel sole. E invece c’erano nebbia e nuvole, ho temuto che il meteo ci impedisse di salire. In compenso il riposo di qualche minuto e il fatto di cambiare assetto mi hanno dato nuove energie”. Lo attendevano 2.800 metri di dislivello spalmati su 16 chilometri.
La paura non è sentimento che si sposa con chi vuole essere l’uomo più veloce al mondo a salire dal mare al tetto delle Alpi Svizzere nel minor tempo possibile. E così via, a perdifiato sulla pista che gli atleti vivono anche durante l’epica Mezzalama fino all’arrivo del primo tronco che porta al Passo dei Salati (Lago Gabiet), da qui senza tregua verso il rifugio Orestes Hütte, il canale dell’Aquila e il rifugio Mantova.

Questo è stato un altro momento decisivo nella sua avventura. Mancavano mille metri di dislivello, le vette non si vedevano per via delle nubi, faceva freddo e la paura rischiava di complicare l’impresa. “Per un attimo, ho temuto di non farcela”, confida Marcello, che nella testa aveva ben chiaro il suo obiettivo: l’ultima tirata, per battere Nico Valsesia, che nel 2018 ci aveva impiegato 14 ore e 31 minuti.
Ecco  il Col del Lys, ed infine la Capanna Margherita. Nell’ultimo tratto, l’atleta del team SCARPA si è fatto accompagnare in cordata da altri due amici. Ma per compiere l’ultimo sforzo, cinquanta metri di dislivello, è stato necessario togliersi gli sci dai piedi e indossare i ramponi. Ghiaccio tagliente, un rischio per qualsiasi escursionista, figurarsi per uno che era partito la notte prima da Genova. Ma ormai nulla poteva più fermarlo:



Ugazio ha bloccato il cronometro a 12 ore, 19 minuti e 36 secondi, due ore e dodici minuti in meno del precedente primato.

“Sono scoppiato a piangere, ero talmente stanco e infreddolito che non mi son neanche ricordato di fare il video dell’arrivo”, sorride lui, il giorno dopo l’impresa. Dice che sta bene, che pensava di essersi preso almeno un raffreddore. Ma nulla, il suo corpo è forte come la sua mente.
 

Marcello, ti riposerai, ora?

“Sicuramente per un paio di giorni starò tranquillo”, risponde lui agli amici che gli scrivono sui social per congratularsi. “Ma adesso inizia la grande stagione dei vertical nel trail running. E ho già cerchiato in rosso un week end. Ai primi di luglio voglio provare una nuova impresa. Dico solo che questa volta metto nel mirino il Monte Bianco. E incrocio le dita, sarà durissima”.
 

CONGRATULAZIONI MARCELLO!

#noplacetoofar
 

 
 
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