Ma partiamo dall'inizio. Il viaggio di andata fila liscio. Poi la breve permanenza a Katmandu, il volo interno per Lukla ed il trekking nella Valle del Khumbu. "Sono solo, mi sento sereno, in sintonia con il Paese, con la gente e con le montagne.
Per cominciare scala velocemente il Lobuche Peak Est (6119 m). Impiega solo 6 ore andata e ritorno partendo dal villaggio di Lobuche. Lo stesso giorno si sposta a Dingboche e la mattina seguente raggiunge il Campo Base dell'Ama Dablam a 4600 m di quota. L'Ama Dablam è una delle montagne più belle e famose del mondo, chiamata anche il Cervino dell'Himalaya per la sua forma slanciata e imponente. Giampaolo la studia, la corteggia e sale fino a quota 5800 metri per acclimatarsi e per piazzare in quota una piccola tendina.
Il meteo è variabile, non è il momento di tentennare. Il 29 aprile Giampi sale dal Campo Base fino alla tenda. Riposa qualche ora e parte nel cuore della notte. Salta i campi alti e raggiunge la cima in 8 ore. Non ha tempo di festeggiare né di rilassarsi, dato che il meteo sta peggiorando ed inizia anche a nevicare. 40 centimetri di neve nuova rallentano la sua discesa, ma alle 18 è di nuovo al sicuro nella tenda dove si ferma a riposare. "La mia idea era di smontare la tenda e proseguire verso il CB, ma poi la ragione ha avuto la meglio." Anche se avrebbe voglia di scendere immediatamente a valle, la stanchezza, il buio e la neve fresca gli impongono di rimanere là per la notte e rientrare al campo base la mattina seguente.
Fino a qua tutto si è svolto in scioltezza, come al solito Giampi fa sembrare tutto facile. Poi arriva, imprevedibile e terribile, la variante indiana del Covid19.
Il ritorno in Italia è fissato per il 10 maggio, ma la spedizione alpinistica è conclusa e gli obbiettivi raggiunti. Giampaolo si accorge che la situazione pandemica sta cambiando e prova ad anticipare il biglietto aereo, ma la compagnia aerea aveva già cancellato tutti i voli per l’Italia proprio fino al 10 maggio. Con la sua solita positività Giampi non si abbatte facilmente e rimane ottimista: "Non importa, starò qui, andrò in giro a piedi a vedere posti nuovi."
Inizia il trekking di ritorno il 4 maggio con l’idea di fermarsi a Lukla appena qualche giorno, vista la notizia che Katmandu è in lockdown.
Poi l'escalation di news: voli sospesi, prima quelli interni, poi tutti i voli internazionali fino al 14 maggio. Grazie al suo agente, Giampaolo trova un biglietto per il 15. Intanto se ne sta a Lukla dove fa lunghi giri di trail running. "Si sta meglio che a Katmandu" pensa.
Il giorno 11 riprendono alcuni voli interni, visto il peggioramento del tempo e l'avvicinarsi della fatidica nuova data di rientro, Giampaolo rientra nella capitale, in pieno lockdown.
"Dobbiamo restare in albergo. Solo le farmacie ed i negozi alimentari sono aperti, ma questi ultimi giusto un paio d'ore al mattino. C'è il divieto agli spostamenti se non autorizzati."
La sera stessa, come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia che il volo è stato cancellato, l'agente voli di Giampaolo ne trova un altro per lo stesso giorno. "Tiro il fiato, è meglio tornare a casa il prima possibile." La situazione Covid19 è in veloce peggioramento, ci sono molti casi positivi nella città ed anche ai campi base. Nella confinante India la situazione è drammatica.
La mazzata definitiva non tarda ad arrivare, e porta la firma della Civil Aviation of Nepal: voli internazionali cancellati fino al 31 di maggio.
Cosa fare? In albergo ci sono diversi alpinisti e trekkers di ritorno dalle montagne, ci si fa coraggio e si cerca di parlare, affrontare la situazione tutti insieme. Bisogna contattare le ambasciate, cercare una soluzione.
Le giornate scorrono lente, dalle 7 alle 9 AM si può uscire, giusto a comprare un po' da mangiare, altrimenti si sta in hotel. "Le strade sono deserte, tutti indossano la mascherina, la gente ha paura."
I tamponi sono all'ordine del giorno, tra gli argomenti di discussione preferiti assieme ai voli e le decisioni delle compagnie aeree. Tutti hanno una gran voglia di tornare a casa.
Cosa ti ha insegnato questa disavventura?
"Un giorno una donna nepalese mi ha detto, da dietro la sua mascherina: "Ci dobbiamo passare tutti, sta a noi però decidere come vivere e attraversare questo momento. Siamo una sola umanità, ed il Covid ci ricorda che siamo tutti sulla stessa barca." Mi ha fatto riflettere. Questa pandemia non risparmia nessuno, non possiamo sottrarci alle conseguenze che toccano la nostra vita nelle grandi e nelle piccole cose. Quello che possiamo fare però è scegliere come affrontare la situazione. Ho scoperto che in albergo c'era una palestra con i rulli per correre ed ho consumato le scarpe da trekking al posto che piangermi addosso. Ovvio che al momento non l'ho vissuta bene, mi sentivo in trappola. Eppure, a posteriori, quello che rimane è una bella esperienza di vita. Come quando scalo una via: piuttosto che il freddo alle mani, la paura di cadere nei passaggi difficili, l'ansia che a volte ci prende, ricordo la luce dell'alba, il panorama una volta in vetta, la grande soddisfazione di avercela fatta. È strano il cervello di noi alpinisti, tende sempre a dimenticare o minimizzare i momenti duri e fissare invece nella memoria una traccia positiva."
Il 23 maggio Giampaolo torna finalmente a casa dalla sua ennesima avventura in solitaria in giro per il mondo. Perché viaggi da solo Giampi?
"Quando viaggi da solo, non sei mai veramente da solo, sei molto aperto all'incontro, al conoscere nuove persone e passare del tempo con altri viaggiatori e gente del posto. Per assurdo, sei molto più isolato invece quando ti trovi in compagnia di qualche amico. Viaggiare da solo significa decidere da solo, muoversi al proprio ritmo, seguendo unicamente la propria voce interiore. Mi piace salire in solitaria montagne non troppo difficili ma molto belle. Ci metto del mio e mi impegno a fondo per affrontare la salita nello stile migliore che riesco: pulito, veloce, senza supporti esterni. Questa è la mia soddisfazione più grande!
In futuro mi piacerebbe organizzare qualche salita più impegnativa con qualche fidato compagno di cordata, ma per ora mi godo l'Italia, la natura, la libertà e le montagne vicino a casa. Quando la situazione per viaggiare sarà di nuovo tranquilla...sono sicuro che ci cascherò di nuovo!"
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