La prima sera l’alpinista ha incontrato giornalisti e il team di SCARPA, ma anche le autorità locali (tra di loro il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina), in una cena raffinata nella quale ha raccontato le imprese di una vita passata nella zona della morte, raccolte nel libro “Oltre il possibile” tra scalate raggelanti, salvataggi, notti insonni, ladri di bombole di ossigeno, gesti di coraggio estremi e un filone conduttore costante. “Se vuoi veramente raggiungere una meta, lo puoi fare. Devi però esser pronto a versare lacrime, sudore e sangue. Il successo non accade mai per caso”. È questa la sua filosofia.
Il giorno dopo, il team di SCARPA, accompagnato dalle guide alpine, ha raggiunto il rifugio Lagazuoi su un sentiero attrezzato, il Kaiserjager: luoghi epici, sui quali durante la prima guerra mondiale si lottava tra una roccia e l’altra, terra che ha inghiottito migliaia di soldati. Dalla cima, Nirmal ha osservato le vette dolomitiche con serenità, ha studiato i venti. E mentre gli altri pranzavano al rifugio, ha tirato fuori dal suo zaino un parapendio alpinistico ed è volato giù: tornare con la funivia era troppo semplice per lui.
La sera poi, alle 18.15, era programmato l’happening pubblico. In una Piazza Angelo Dibona gremita, l’atleta SCARPA si è raccontato mostrando i video e le fotografie delle sue imprese. Nel corso del talk sono stati ripercorsi i momenti salienti della sua carriera, iniziata nel 2012 e che lo ha visto scalare tutte le quattordici montagne di 8.000 metri nel tempo record di 189 giorni, nell’ambito del “Project Possible 14x7”, fino al K2 invernale, mostrando le stupende immagini dell’arrivo in vetta del suo gruppo. “Tutti si sono aspettati, gli ultimi passi con l’inno nepalese in sottofondo sono stati stupendi”, ha detto. E la scelta di svolgere questo evento speciale proprio a Cortina non è casuale: la località veneta diede infatti i natali nel 1925 a Lino Lacedelli, uno dei più grandi alpinisti di sempre, che insieme ad Achille Compagnoni fu il primo uomo a conquistare il K2 nel 1954.
“Le mie sfide sono finalizzate a qualcosa di più grande di me”, ha detto Nirmal. “Lotto per la mia gente, per ricollocare la comunità degli sherpa al centro dell’attenzione mondiale: siamo grandi alpinisti, non semplici portatori. Ma lotto anche per la tutela delle montagne. Il mio prossimo obiettivo è iniziare una campagna per portare a valle i rifiuti dagli Ottomila. È un modo per evidenziare i disagi connessi al cambiamento climatico”.
L’azienda di Asolo, che ha inserito Nirmal nel proprio team di alpinisti, ha così confermato il proprio amore per i monti e il mantra “No place too far” ha preso forma nel suo volto. “Le grandi spedizioni alpinistiche fanno parte della nostra storia”, hanno detto il presidente di SCARPA Sandro Parisotto e l’amministratore delegato Diego Bolzonello, entrambi presenti a Cortina. “Passione, amore per la montagna e lavoro di squadra sono i valori che la nostra azienda porta avanti da sempre, condividendoli con i più importanti scalatori. Aver contribuito all’epica impresa di Nirmal Purja e del suo team è fonte di immensa soddisfazione”.
Photo credits: Roberto De Pellegrin