Ci sono regole, non scritte, in quasi tutti gli sport. La donna arriva sempre dopo l’uomo. Ebbene, Silvia Rampazzo, con una prestazione titanica, ha rovesciato ogni previsione della vigilia e ha infranto una legge che da 47 anni, ossia dall’anno della fondazione, vigeva alla Camignada: vincevano sempre gli uomini. Domenica 4 agosto, sul tracciato di 35 chilometri da Misurina ad Auronzo, con passaggi ai rifugi Auronzo, Lavaredo, Locatelli e Pian di Cengia e transiti ai laghi di Cengia, in Val di Cengia e Val Marzon, la veneziana di Noale del team SCARPA®, ingegnere ambientale, campionessa mondiale di corsa in montagna long distance nel 2017, ha portato a termine la propria fatica in 2h56'02".
Ha superato nell’ultimo tratto, quello della pista ciclabile in piano, il trevigiano Ivan Geronazzo che fino ad allora aveva guidato la corsa. Tredici secondi, un’inezia in una gara di alpine running. “Stavo bene, avevo tanta voglia di correre sui sentieri delle Tre Cime, uno dei posti che più amo al mondo”, ha raccontato lei, dopo la competizione. “Qui venivo a camminare da ragazzina, qui ho corso una delle mie prime gare in montagna. La giornata è iniziata subito bene: in salita mi sono gustata i monti, mi sembrava di vivere dentro un quadro a trecentosessanta gradi e mi sono semplicemente lasciata stregare dal paesaggio. Poi ho gestito cautamente la discesa”. Infine, è arrivato il momento chiave della sfida: quegli ultimi otto chilometri in piano che portano ad Auronzo, negli ultimi due lo sprint decisivo. “Mi alleno sempre in pianura, forse gli uomini in gara erano più abituati ai dislivelli e io ho dato il massimo. Ce l’ho fatta, ma non create troppo clamore attorno a questa vittoria. A me basta l’odore di bosco che emana il trofeo, una stupenda scultura intarsiata con legno di pino cembro”.
Nel week end della leggendaria vittoria di Rampazzo, peraltro, altri due atleti del team SCARPA® si sono distinti per le loro prestazioni: Daniel Jung e Hillary Gerardi sono arrivati terzi alla Tromsø sul tracciato della Hamperokken Skyrace: 57 chilometri e un dislivello da 4.700 metri, la gara più dura delle Migu Skyrunning World Series lungo il difficile terreno della cresta, appunto, di Hamperokken. “E' stata davvero una gara da sogno e ha soddisfatto completamente le mie aspettative”, dice Jung. “La gara è semplicemente un classico, tutti dovrebbero correrla. La natura è da sogno, i sentieri sono ripidi, tecnici e molto impegnativi, ci sono passaggi di arrampicata. Dopo un buon inizio, a 17 chilometri ero in sesta posizione, ne ho guadagnate due dopo una discesa durissima. Poi ho attaccato in salita i primi tre su quello che chiamano il “Cervino di Norvegia”. Infine me la sono giocata, ero secondo e poi ancora terzo. Sono davvero contento così”. Stessa posizione ottenuta da Gerardi tra le donne. “E’ stata una giornata stupenda”, ha commentato l’atleta statunitense. “Il tempo è stato fantastico e i paesaggi in cresta erano incredibili. Sono contenta della mia prestazione”.
Credits: Ti-Comunicazione.com, Albert Jorquera