Sei nato a Sondalo e vivi a Valdisotto, un paesello sulle piste da sci di Bormio. Quali sono i tuoi primi ricordi della montagna?
“L’ho sempre amata fin da piccolo. Mi ricordo ancora le prime passeggiate, a cercar funghi con mia nonna. A sei anni ormai andavo da solo per il bosco. E la passione per i funghi è rimasta: ancora oggi quando voglio rilassarmi vado a cercarli. Questa stagione è favolosa”.
Poi è scoppiato l’amore per lo scialpinismo, fin dalle scuole medie. Ma se ti chiedessero a bruciapelo quale è stata l’emozione più forte che hai provato, quale gara sceglieresti?
“Sicuramente la prima in Coppa del Mondo categoria senior. Eravamo in Cina, c’erano ventisette gradi sottozero. Era la prima volta che gareggiavo a quel livello, arrivare in finale è stato pazzesco. Gli altri erano agitati, i ritardi nella partenza li tenevano sotto pressione. Io invece mi stavo divertendo, non avevo paura di nulla. E forse anche per questo ho vinto. È stato bellissimo”.
E nelle gare di staffetta?
“I mondiali, lo scorso anno. Ero con Robert Antonioli, Michele Boscacci e Nadir “Mago” Maguet. Non ero al top della mia condizione, ma lottare assieme a loro è stato entusiasmante. Lo spirito di squadra e lo sforzo per aiutarci a vicenda sono emozioni indimenticabili”.
Mettendo da parte per un attimo le gare, cosa fai per allenarti?
“Sono uno dei pochissimi scialpinisti che, oltre a sciare, correre a piedi e in bici, fa dell’altro: ognuno ha il suo metodo, io ho trovato il mio. Amo giocare a basket e beach volley, ci sono dei campetti vicino a casa dove passo belle ore di sport e fatica con gli amici. Mi piace variare, mi rilasso e alleno muscoli che altrimenti dimenticherei”.
E quindi quando trovi il tempo di andare all’università?
“In effetti devo sbrigarmi, sono al quinto anno. Durante il lock down ho recuperato lo studio che di solito perdo nel periodo invernale. Adoro le materie teoriche come filosofia o storia del diritto. Ma al momento non penso alla carriera da avvocato, sono concentrato su quella sportiva. Poi un giorno si vedrà, mi toccherà fermarmi un attimo e decidere cosa fare”.
Nell’attesa, hai davanti una stagione invernale che potrebbe consacrarti tra i migliori atleti del mondo. Cosa ti attendi?
“Sono molto concentrato, ho un occhio di riguardo in particolare per i mondiali. Ma se a fine stagione mi resteranno un po' di forze magari anche fare esperienza ad una o due grandi classiche non sarebbe male”.
Credits: Maurizio Torri
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