La Pierra Menta si svolge dal 1986 in Francia, ad Arêches-Beaufort in Savoia, nel cuore del Beaufortain, sulle pendici del Grand-Mont. L’evento torna dall'8 all'11 marzo per la gara senior e dal 10 all'11 marzo per quella junior. Per molti, sarà una prima volta indimenticabile: il percorso è estremamente impegnativo e richiede grande abilità tecnica, resistenza fisica e strategia. Gli atleti devono scalare ripidi pendii, attraversare creste e affrontare discese tecniche a grande velocità, il tutto in condizioni di neve e meteo spesso difficili e mutevoli. Non a caso, la gara è considerata una sorta di "olimpiade" dello scialpinismo.
Considerata l’importanza dell’evento, gli atleti del team SCARPA saranno numerosi alla partenza. Ma tutti gli occhi saranno puntati su di lui, su Matteo Eydallin, l’unico ad aver vinto la competizione per cinque volte (l’ultima lo scorso anno con Michele Boscacci). Gli abbiamo chiesto qualche consiglio su come affrontare la sfida. “Se un atleta gareggia e si allena per tutta la stagione, allora non è complicato”, dice. “Serve fare un lavoro di qualità, inserire qualche lungo per far abituare il corpo alla distanza e cercare di arrivare freschi tenendo presente che serve essere in sintonia col compagno, senza sfidarsi l'un l'altro: dev’essere la squadra a ottenere il risultato”. Va precisato che la grande classica non ha i ritmi delle gare di Coppa del Mondo. “Ora tutto si complica, le gare di coppa sono corte e nervose”, spiega ancora Eydallin. “La Pierra Menta è un altro sport rispetto alla Coppa. Prima di arrivarci serve mettere qualche lungo in più come preparazione, l’ideale sarebbero almeno 3 o 4 di fila. L’importante però è arrivare rilassati, con tante energie nella testa e nel corpo, senza bruciarsi con troppi allenamenti considerato che marzo è già stagione inoltrata”.
Nel team SCARPA ci sono anche due atleti che disputeranno assieme la Pierra Menta: Matheo Jacquemoud (appena entrato nella famiglia SCARPA) e Samuel Equy. “Una delle gare più belle che esistano - dice Equy - ma anche una delle più difficili. Per prepararla bisogna fare molto volume, direi che la cosa più difficile è arrivare a completare la gara, quattro giorni sono lunghi. Un consiglio agli esordienti: se al secondo giorno vi sembrerà di aver perso le gambe, è del tutto normale; incrociate le dita perchè spesso il corpo nasconde risorse inaspettate. E serve saper scegliere un ottimo compagno di viaggio, io ad esempio sono davvero felice di gareggiare con Matheo”.
Ai nastri di partenza ci sarà anche Xavier Gachet, che vivrà l’avventura ancora una volta con con William Bon Mardion (anche lui di Arêches). “La Pierra Menta è la mia gara del cuore”, dice Xavier. “Certo, non è la stessa cosa della Coppa del Mondo, ma ogni anno sono felice di partecipare: è dal 2015 che non manco una competizione, sempre assieme a William. Serve allenarsi su percorsi lunghi e tecnici, non è facile. A volte mi chiedono qualche segreto sull’alimentazione, ma non ce ne sono: io provo a mangiare un po’ di tutto, meglio se prodotti locali”.
Sul fronte femminile, c’è invece grande attesa per la prestazione di Martina Valmassoi. Lo scorso anno era arrivata seconda e da tanti punti di vista è una veterana, ha già partecipato tre volte da junior e sei da senior. Quest’anno ci arriva dopo un infortunio. “Sono contenta di gareggiare pur non essendo sicuramente pronta fisicamente. Ma è la mia gara preferita e quindi voglio provarci”. In ogni caso, ecco i suoi suggerimenti per gli esordienti. “Durante il Pierra è fondamentale la sintonia con il compagno poiché si condivide veramente tutto per quattro giorni, non solo la gara”, spiega.”Non ci sono segreti per poter sopravvivere a questa gara, bisogna essere più preparati possibili per provare a “pagarla” meno, anche se rimane un durissimo banco di prova a tutti i livelli. Per quel che mi riguarda spero che almeno arrivi un po’ di neve per poter fare qualche bella curva”.