D’altro canto è abituato alle sfide estreme. Quest’estate “Robertaccio” ha battuto in 6 ore e 52 minuti il record sulla “Tredici Cime Ortles Cevedale”, percorrendo 36 chilometri con 4.000 di dislivello positivo (punto di partenza e arrivo a Santa Caterina Valfurva, piccolo borgo che chiude la valle). Il tutto in stile “fast and light” assieme ad Andrea Prandi, giovane promessa dello skyrunning di 22 anni. Lui è una icona del fuoripista e a trent’anni non è sazio di successi, anzi. “Mi dispiace solo che ci sia poca neve in questo periodo, ma per fortuna a Bormio ne trovo”, racconta. “E a proposito di avventure, spero che la mia preparazione fisica raggiunga il top verso febbraio e marzo, vorrei togliermi anche un’altra soddisfazione. Tra le classiche non ho mai vinto l’Adamello Skiraid, magari questa è la stagione giusta”.
Il resto è il racconto della preparazione agonistica con la nazionale di skialp in queste settimane strane, ritmate più dal Covid che dalle esigenze degli atleti. Ma ora è tempo di pensare alle pelli perchè è già tempo di Coppa, con la prima tappa al Tonale. “Quest’anno sarà più dura del solito, sarà praticamente impossibile vincere se non si partecipa a tutte le gare”, dice Antonioli. “Con il team azzurro stiamo dando il massimo per arrivare pronti, abbiamo deciso anche di allenarci in tre gruppetti distinti, uno a Bormio, uno in Marmolada e l’altro in Cervinia. Così se per sfortuna ci fosse qualche positivo al Covid, almeno sarebbero colpiti solo alcuni atleti e non tutti. Ma in ogni caso sarà una stagione entusiasmante, sono pronto a dare tutto”.
Credits: Mauro Pigozzo
Photo Credits: Maurizio Torri, Areaphoto