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Ci fa sentire incredibilmente speciali essere i primi stranieri ad entrare in questa valle e posare i nostri occhi di climber su queste montagne.
Qui nella valle del Tagas stiamo scoprendo che non ci sono solo grandi pareti, montagne e ghiacciai. Abbiamo conosciuto molti pastori locali che vivono qui con le loro capre, i loro yak e le loro pecore che oltre a tenerci compagnia ci forniscono dell’ottimo latte e burro.
Ma siamo venuti fin qui per arrampicare! Intorno a noi ci sono numerose torri, grandi pareti di roccia e altrettante pareti di misto roccia e ghiaccio. Ora la difficoltà più grande è scegliere quale scalare!!! Abbiamo individuato una piccola guglia e abbiamo deciso di fare un tentativo, ma l’altitudine ci ha ben presto riportato alla realtà. Dopo soli 5 giorni di acclimatazione abbiamo capito che arrampicare a 5000 m sul livello del mare non è proprio una passeggiata! Ma questo non è il motivo per cui non siamo riusciti ad arrivare in cima. La ragione è il conflitto tra il solo utilizzo di protezioni veloci da una parte e l'utilizzo di chiodi dall'altra. Per evitare quindi lo scoppio della guerra in parete tra un friend n°6 (Nico) e una martellata (Mathieu) la squadra ha preso la saggia decisione di tornare al campo. Almeno abbiamo salvato l’onore dal momento che siamo saliti di un tiro più in alto rispetto al punto più alto raggiunto dai migliori scalatori locali: le capre del posto! Oggi quindi non è stato un gran giorno per il nostro ego, ma sulla via del ritorno abbiamo soccorso una capra che si era persa e questo ci ha permesso di sentirci almeno coraggiosi soccorritori.
Questo primo tentativo di arrampicata conferma i differenti stili e le diverse visioni che stiamo fondendo in questa spedizione. Formiamo un mix interessante con un belga ottimista armato di dadi, un tipo francese con i piedi per terra che non arrampica senza chiodi e martello e un argentino romantico che con la sua dolcezza sembra sempre dover fare richieste speciali.
Jean Louis il miglior fotografo/climber/umorista del mondo non è menzionato molto in questo testo. Ma grazie alla sua routine giornaliera quello che possiamo dire è che farsi delle domande serie sulla quantità di carta igienica da portare con noi non è stato stupido.
Rimanete connessi per ulteriori informazioni dalla valle del Tagas.
Saluti dal CATAGAS team