“Credo che tenere puliti i nostri monti e sensibilizzare sulla raccolta dei rifiuti sia una priorità. Gli organizzatori mi hanno coinvolto nel progetto, sponsorizzato da SCARPA. E così ho deciso di mettermi alla prova. Il regolamento è curioso: una lattina di alluminio vale ad esempio 127 punti, un mozzicone di sigaretta 0,7, la scatoletta di tonno 38,5. Una gara interessante, io ad esempio ho raccolto un centinaio di bottiglie di vetro vicino al torrente che solca Val Pellice”.
Ma da dove nasce questo sport?
“Stanno definendo i regolamenti, pare che presto verrà certificato anche dalla Uisp, l’Unione italiana sport per tutti. Il termine è un neologismo, combinazione delle parole svedesi "plocka upp" (raccogliere) e "jogging”. Un’idea stupenda: quando ho raccontato sui miei social quello che stavo facendo, in molti mi hanno chiesto di imitare l’iniziativa anche in Spagna”.
Cosa ti rimane dopo l’esperienza vissuta?
“È stata un’esperienza davvero stupenda. In appuntamenti come questi ci si rende conto che esiste davvero un’umanità migliore, persone che si mettono in discussione per il bene di tutti, anche con le azioni più umili, come raccogliere la spazzatura abbandonata lungo le strade. C’erano pacchetti di sigarette e ruote di auto, un’atleta ha portato al traguardo persino un’anta di un frigo. Spero che questi siano i primi passi verso un cambiamento radicale di pensiero: l’ambiente è la cosa più importante che abbiamo da lasciare in eredità alle prossime generazioni. E per questo auguro al plogging di avere un grande successo prima di scomparire per sempre, perché vorrà dire che non ci saranno più rifiuti da raccogliere”.
Credits: Stefano Jeantet