L’esordio il 19 giugno, alla Livigno Skymarathon non è stato dei migliori. Cosa è successo?
“Sono arrivato undicesimo, una gara in cui ho sofferto troppo il caldo. Non sono partito col piede giusto. Quel giorno ha vinto Christian Mathys, lo svizzero che alla fine ha conquistato il primo posto anche nella classifica generale. Fortuna che la gara successiva, la Comapedrosa Skyrace in Andorra (era il 25 luglio) mi sono riscattato sui Pirenei, su un terreno più simile a quello dove di solito mi alleno. Passaggi sconnessi, appigli non sempre sicuri. Mi sento a mio agio in queste situazioni estreme, capaci di tirare fuori l’elevato bagaglio tecnico di noi Alpini, e così sono arrivato terzo”.
Poi è arrivata una delle tue gare preferite, la Matterhorn Ultraks Extreme, era il 20 agosto. Quarta posizione. Soddisfatto?
“È la gara più tecnica di tutto il circuito, ci sono tratti quasi di arrampicata. La sfida perfetta per me, l’avevo già corsa tre volte. Le prime due sono arrivato primo e secondo, questa volta quarto. Ma non ho nulla da rimproverarmi. Gli altri andavano semplicemente più forte, tanto che ho io ho realizzato in tutte le edizioni lo stesso tempo: tre ore e 30 minuti, secondo più o secondo meno”.
Il 19 settembre era invece un giorno segnato con un circolino rosso sul calendario da sempre, la Grigne Skymarathon, la gara di casa. Che emozioni hai provato?
“Ho atteso tutto l’anno questa sfida, sono i luoghi dove mi alleno quasi ogni giorno. Mi sono anche impegnato col comitato organizzatore, prima della gara sono passato col decespugliatore per aiutarli a mettere in ordine i sentieri. C’era anche il carico emotivo e la dedica a Davide Invernizzi, nostro amico e grande atleta di skyrunning morto a 31 anni in incidente stradale due anni fa. Peccato per il maltempo, che ha trasformato una gara da cinque ore che doveva toccare sia il Grignetta e il Grignone in una sfida da due ore e mezza lontana dalle due cime. Il resto è stato stupendo”.
Come il traguardo, in volata. Non volevi proprio nient’altro che la vittoria, quel giorno.
“Credo di non aver mai sentito pulsare tanta adrenalina come in quell’arrivo. Vincere di pochi secondi è stato davvero emozionante, sul rettilineo finale c’era davvero tanta gente e tutti facevano il tifo per me: non dimenticherò mai il loro boato. E devo ringraziare il team SCARPA ed in particolare Marco De Gasperi, durante tutta la stagione mi sono stati vicini. Lottare assieme, soprattutto quando si corre lontano da casa, porta sempre a grandi risultati”.
Poi è arrivata la trasferta in Galles, il 3 ottobre, per la Snowdon Skyrace a Rhyd-Ddu. Come è andata?
“Sono arrivato secondo, ero in un ottimo stato di forma. È stata una bella esperienza, ho visitato luoghi che non avevo mai visto prima. Non ho mai avuto la possibilità di vincere, sono stato staccato dalla prima salita e poi è iniziata una lunga gara in solitaria, avvolto dalla nebbia. È stato il preludio per l’ultima sfida, a Limone sul Garda, il 30 ottobre. Lì sono arrivato ottavo, mi sono gestito bene dall’inizio perché di solito soffrivo l’ultima salita”.
In tutto, 310 punti ottenuti che ti sono valsi la medaglia d’argento nella classifica generale. La tua miglior stagione di sempre?
“Di sicuro è stata una delle migliori. È un circuito difficile, impossibile seguire tutte le gare e correrle tutte bene è difficilissimo. Sono orgoglioso di come sono maturato a livello di esperienza e di resistenza. Non ho avuto grandi crisi, è stata davvero una ottima annata. E ho capito che adoro il gesto energico della corsa, ho trovato una nuova dimensione nello skyrunning e non vedo l’ora di rimettermi alla prova nella prossima stagione estiva".
"C’è una cosa particolare cara al mio cuore, in questa fase della mia trasformazione, ed è il mio rapporto con l’Esercito. Per un Alpino, amante della montagna, l'opportunità di impiegare con dedizione, professionalità e costanza le proprie energie attraverso il winter triathlon in inverno e nello skyrunning in estate, vivendo così la montagna a 360 gradi in tutte le stagioni non è soltanto un piacere ma diventa motivo di orgoglio, di identificazione nel Corpo degli Alpini.
Avendo inoltre dismesso la parte agonistica invernale, insieme al mio Comando, abbiamo deciso che da quest’ inverno mi affiancherà come skiman alla squadra di sci di fondo del C.S.Esercito per dare il mio contributo ai miei colleghi più giovani. Penso e spero che grazie all’esperienza raccolta in vent’anni di attività al fianco di tecnici e preparatori qualificati ed atleti di altissimo livello possa essere anche per loro un elemento arricchente nel loro percorso di crescita. In fondo per noi dell’Esercito, in ogni ambito, il trasferimento di competenze e il continuo addestramento per eccellere è la chiave per raggiungere ogni obiettivo.
Sono felice dell’opportunità di rimanere nell'ambito sportivo per affiancare e sostenere le nuove leve, mi impegnerò a trasmetter loro i valori dello sport e degli Alpini. Sono sicuro che ripagheranno i miei sforzi riempiendomi di energia ed entusiasmo, la fonte migliore per preparare al meglio la prossima stagione di corsa in montagna."
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