I superatleti dello skyrunning hanno conosciuto il regno del granito della Val Masino, in provincia di Sondrio, grazie ad una gara, il Trofeo Kima. Il record del percorso, siglato nel 2018, appartiene alla divinità della corsa in montagna, Kilian Jornet. Da più di 20 anni è una sfida iconica: 52 chilometri brutalmente tecnici, che si snodano su sette passi per un totale di 8.400 metri di dislivello complessivi.
Morene, nevai e creste esposte sono presenti lungo tutto il tracciato, dotato anche di corde fisse per la sicurezza degli skyrunner che, in particolare in certe discese e salite, sono costretti a diventare quasi alpinisti per rimanere incollati alla roccia. Una impresa tanto dura che dal 2008 si è deciso di rendere biennale la gara. Quest’anno è stata annullata, nel 2018 aveva vinto Jornet con il record del tracciato (6h09’19”) e in campo femminile si era imposta l’atleta del team SCARPA Hillary Gerardi.
Dicono che quando esci da quel turbinio infernale di roccia e bellezza, di cielo e speroni, di neve e catene qualcosa si spezzi nell’animo. Sarà stata la fatica per superare un percorso che ti tortura dal primo all’ultimo chilometro. Sarà stata l’emozione di perdersi in luoghi feroci e dolcissimi, bellissimi e brutali. O la sensazione di aver partecipato a qualcosa di storico e irripetibile. In ogni caso, il Kima è una gara che ti cambia dentro.
“È stata una delle sfide più belle che abbia mai fatto, è stata davvero leggendaria”, racconta oggi Gerardi. “E per questo quando Marco mi ha parlato del
record sul tracciato del Sentiero Roma gli ho subito detto di sì”.
Il Trofeo Kima infatti si corre per circa 35 chilometri sul tracciato del Sentiero Roma, una delle Alte Vie più note delle Alpi. Realizzato nel 1928 dal Cai di Milano per spostarsi tra il rifugio Gianetti, l’Allievi (oggi Bonacossa), il Ponti e l’Omio, è l’antica via di comunicazione che collega la Val Chiavenna alla Valmalenco. Sette valichi alpini dove il granito è l’unico Re: 54 tecnicissimi chilometri con 4.500 metri di dislivello positivo. Un sentiero che Fabio Contessa ben 19 anni fa aveva percorso in 9 ore 4 minuti e 27 secondi.
Valentino Speziali pochi giorni fa (era l’8 agosto) aveva fatto meglio: 8 ore 42 minuti e 32 secondi. E all’arrivo, piangendo di gioia assieme all’amico Marco De Gasperi, che lo aveva accompagnato nella seconda metà del tragitto, aveva pronunciato parole profetiche. “Sono felice di aver realizzato questo primato sui sentieri della mia vita. Sicuramente qualcuno prima o poi lo batterà. E siccome questo tracciato merita una grande firma,
sarei orgoglioso se fosse proprio il Dega a incidere il suo nome sul Roma dopo di me”.
Ebbene, il prossimo 4 settembre il pluricampione del mondo di corsa in montagna ci proverà sul serio. Un po’ per sfida personale, un po’ per accompagnare Hillary, che come tante altre atlete aveva puntato la stagione sul Kima prima che il Covid facesse rinviare tutto all’anno prossimo.
“Non vedo l’ora di tentare il record”, dice Gerardi. "Il percorso è da sogno: torri, granito, tratti dove sembra di scalare, corsi d’acqua. Mi sono innamorata di questo tracciato dalla prima volta che l’ho visto”.
Hillary non ha mai percorso l’intero Sentiero Roma, conosce nel dettaglio circa 35 chilometri. “Ma me lo studierò per bene, speriamo di realizzare un sopralluogo prima di tentare il record. Nessuna donna ci ha mai provato prima in modo professionale, spero che tutto vada bene e che questo possa essere di ispirazione perché sempre più donne provino la sfida e l’emozione di lottare nel regno del granito”.
Credits: Maurizio Torri, Moiola/Kima, Julen Elorza