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DANIEL CONQUISTA LA DIAGONALE DES FOUS, IL GRAND RAID È SUO

Non giriamoci attorno, è stata la gara più dura e più bella della mia vita”, racconta Daniel a poche ore dalla vittoria. “Non la dimenticherò mai”.

Un’avventura iniziata bene fin dall’inizio. “Alla partenza sembrava di essere al Tour de France, nei primi cinque chilometri c’era un tifo infernale”, spiega ancora l’atleta del team SCARPA che nella prima parte del percorso è sempre rimasto tra i primi dieci. “Dopo qualche chilometro ho accelerato e mi sono trovato in terza posizione, mi sentivo bene”. Improvvisamente, una distrazione che poteva costargli la gara: un errore di percorso, due chilometri in più, l’ansia e la paura e le energie che spariscono di improvviso, come capita solo quando si sbaglia strada in un trail. “Mi sono fatto forza e ho ricominciato a correre, fin verso il 60/65mo chilometro. C’era una discesa lunghissima. Ero tra i primi e mi sono detto: Dani, o ci provi adesso o mai più. Ho accelerato dando tutto. E mi sono trovato primo, posizione che ho mantenuto fin dopo i 105 chilometri”.



Le temperature erano tropicali, punte di 44 gradi. Ad ogni guado, gli atleti si buttavano in acqua per rinfrescarsi. A quel punto è stata l’ora della crisi. Crampi, dolori, spossatezza. “Credevo di aver perso ogni possibilità di arrivare tra i primi, il mio corpo mi stava abbandonando”, racconta adesso Jung. Proprio in quel momento, da dietro, è arrivato Pommeret. Poteva essere l’inizio della fine. E invece i due atleti si trovano, dialogano. “Lui mi diceva che dovevo tener duro, che ero più forte di lui”, racconta ancora Jung. “Io gli dicevo che non ce la facevo più. Ma alla fine ho reagito e ho ricominciato a correre. Abbiamo deciso assieme di arrivare al traguardo sostenendoci a vicenda. Mancavano circa sessanta chilometri, era ancora lunghissima. Ma il primo posto, per entrambi, sarebbe stato un sogno”.

Il resto è storia. Una cavalcata a fil di cielo tra rocce laviche e caldo infernale, vegetazione tropicale e un cielo stupendo, quello che solo l’oceano sa donare. Fino al traguardo, col gradino più alto del podio condiviso tra i due atleti. “È stata una bella esperienza e tutto sommato anche un bellissimo spot per questo sport che adoro”, conclude Jung. “In gara non siamo sempre rivali, siamo anche amici. E tra l’altro spero che questo possa servire a unire di più Italia e Francia”, sorride l’atleta altoatesino. “Dopo la sconfitta con l’Italia ai mondiali di calcio magari adesso i francesi saranno più rilassati…”.

Foto credits: Grand Raid de la Réunion
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