Dopo una notte insonne, passata a elaborare strategie (meglio correre in salita o cercare bottigliette di plastica nei fossi?), alle 8.30 del mattino del sabato è arrivato lo start a Torre Pellice. Il resto è il racconto di una giornata di solidarietà, ecologia e sudore. C’erano super atleti ma anche insegnanti del liceo locale, c’erano gruppi di giovani con le mogli a far il tifo e persino un atleta paraolimpico. Tutti coi guanti da lavoro addosso, lo zainetto da trail per la semi-autonomia alimentare (otto ore di gara non sono certo una passeggiata) e negli occhi la gioia di partecipare ad un’esperienza unica.
Lungo il nastro di asfalto che portava sul laghetto Nais a Bobbio Pellice i rifiuti non mancavano, nonostante a prima vista non fossero visibili. Pezzi di gomma nascosti tra l’erba alta dei campi, contenitori di plastica, persino una vecchia macchina per il caffè. I concorrenti hanno raccolto di tutto sotto gli occhi curiosi dei residenti: in molti chiedevano cosa stesse accadendo, c’era persino chi si scusava per l’incuria delle proprie strade. La notizia positiva è che però lungo la strada per il rifugio Barbara e sul sentiero per il Balma d’Aut (erano due punti da raggiungere per ottenere degli extra bonus), i rifiuti erano molto meno. Segno che le persone rispettano i monti, anche se a valle si concedono di tutto.
La giornata è scivolata via leggera, senza troppa competizione. Anche tra gli atleti c’era un clima particolarmente disteso. Più che la prestazione fisica, infatti, contava l’ingegno e la creatività. Perché alla fine i chili di rifiuti si sono accumulati, una media di una quindicina a testa, e sono stati tutti trasportati coi sacchetti forniti dall’organizzazione o persino trascinandoli tramite pezzi di plastica trovati lungo il percorso.
Fino alle 16.30 quando tutti i partecipanti si sono trovati sotto l’arco di SCARPA per la passerella finale, in centro in paese, dove non c’erano più neppure mozziconi di sigaretta per terra tra gli applausi di chi stava bevendo l’aperitivo del sabato. Impressionante vedere i 55 atleti, che si erano qualificati nel corso dei mesi, trascinare in tutto 795 chilogrammi di spazzatura dopo aver percorso 1.780 chilometri di sentieri: questi i numeri finali della manifestazione, resi noti il giorno dopo, la domenica, durante la cerimonia di premiazione.
Applausi, medaglie e impegni per il futuro, i mondiali di plogging si sono conclusi così. E per SCARPA, che ha deciso di essere main sponsor in questa prima edizione, è stata la cornice ideale per ribadire la propria propensione al green e all’ecosostenibilità. Perché nessun posto è lontano, ma d’ora in poi il vero obiettivo sarà quello di arrivarci senza trovare nessun rifiuto sul tragitto.
Credits: Stefano Jeantet
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