“Una passeggiata davvero distruttiva”, ride Marco De Gasperi a qualche giorno dalla sfida, durante la quale ha anche testato le Ribelle Run, il modello di SCARPA per il trail running che sarà immesso nel mercato nel 2021. “E’ un tracciato molto muscolare, non facile. Il percorso è tutto da decifrare, il tracciato non è sempre facile da seguire. Per questo sono sicuro che prima o poi qualcun altro batterà questo primato. Io, alla mia età, meglio non posso fare”.
E pensare che dopo 35 chilometri De Gasperi ha pure commesso un errore che rischiava di essergli fatale. Prima della penultima salita verso la Bocchetta Roma ha seguito una traccia sbagliata, perdendo duecento metri di dislivello prima di accorgersi di dover risalire una parete quasi verticale. “Avevo perso lucidità, fortuna che con me c’era Lorenzo Beltrami, anche lui atleta SCARPA, che mi ha aiutato a ritrovare il percorso”.
D’altro canto, quando si è in montagna il rapporto di fiducia con le persone che viaggiano assieme a te è fondamentale. E con questo spirito di condivisione ha preso parte all’avventura anche lo stesso Speziali, che ha accompagnato Marco per i sette chilometri più tecnici, il tracciato da Passo del Camerozzo al rifugio Allievi. “È stato bellissimo correrli assieme, lui conosce alla perfezione quei sassi. Mi ha filmato, mi aiutava suggerendomi di stare sotto o sopra certi passaggi. Nonostante sapesse che volevo battere il suo record, ha messo da parte il proprio orgoglio personale per permettermi di dare il meglio. È stata una lezione di sport e di vita indimenticabile”. Anche se poi l’emozione più forte è stata arrivare alla chiesa del borgo di Malenco, che è l’arrivo. Ad attenderlo Elisa Desco con le figlie. “Il momento è stato speciale, sono davvero orgoglioso di aver suggellato questo primato”.
Mentre il Dega festeggiava, Hillary Gerardi era ancora impegnata a correre. Ma alla fine ha portato a casa il suo risultato: è la prima donna in assoluto a timbrare il Fkt sul tracciato. Per lei la sfida è stata complicatissima. Conosceva il segmento del percorso dove si corre il Kima, circa 35 chilometri. E sapeva di poterci volare dentro, non a caso due anni fa aveva vinto la gara. Ma poi, quando si cavalcano le creste a fil di cielo per un record storico, tutto si complica.
Qualche passaggio errato, qualche imprevisto. “Sono orgogliosa di esser stata la prima donna a registrare il Fkt sul percorso, ma so anche che questo tempo può essere battuto”, ha detto lei dopo la gara. “Io stessa credo di poterlo migliorare, conoscere nel dettaglio il tracciato è sicuramente d’aiuto”. La sua missione, vissuta con amici e colleghi (“li ringrazio tutti”, dice) è però stata portata a termine. “Volevo gustarmi questi paesaggi magnifici, ma anche essere di ispirazione per le donne che amano la montagna”, conclude. “Se qualcuna mi imitasse ne sarei davvero felice, correre sul Sentiero Roma è stupendo”.
Un record che arriva nell’anno del Covid, quello senza gare, e che si innesta su una tradizione decennale di sfide. Uno dei primi a percorrere l’intero Sentiero Roma in versione “racing” è stato Luciano Capitani che, nel 1985, giunse a Torre Santa Maria in 9h35'15". Flavio Arrigoni impiegò invece 9h15’48’’. Il 12 settembre del 2001, Fabio Contessa (meno di 7 ore il suo personale al Kima) fermò il cronometro a 9h4’ in una giornata infausta dal punto di vista climatico prima delle imprese di Speziali e di De Gasperi.
Ma il sentiero attira anche l’attenzione dei più piccoli, bambini che mangiano dislivello fin dalla culla. I più giovani a percorrere l’intero Sentiero Roma sono stati lo scalatore di Sondrio Luca “Rampikino” Maspes e il bormino Andrea Salini. Il primo nell’82, all’età di nove anni, impiegò sei giorni effettuando il passo Qualido ed includendo quindi anche il rifugio Omio, mentre il secondo, a soli otto anni, ha affrontato la variante Barbacan guadagnando così un giorno.
Credits: Julen Elorza, Maurizio Torri, Giacomo Meneghello
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