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Vivian Bruchez era uno dei tanti ragazzini di Chamonix che vivevano con gli sci ai piedi, abituati a stare nella neve quanto i pesci nell’acqua. Dopo le prime curve con mamma e papà, entrambi maestri di sci, è il momento di giocare e confrontarsi con i propri coetanei: arrivano le gare. Per il piccolo Vivian sono una fulminazione, lo sci diventa passione prorompente e il sogno è quello di diventare un campione.
Con il passare degli anni, tanta (ma tanta) neve passa sotto le solette degli sci. Il sogno di bambino matura all’ombra del Massiccio del Monte Bianco, diventa personale e unico. La passione per la montagna a tutto tondo porta Vivian ad intraprendere il mestiere di Guida Alpina, e lo sci ripido sulle grandi pareti delle Alpi rappresenta il connubio perfetto tra le sue origini di sciatore e l’esperienza da alpinista prima e guida poi.
Lo sci ripido è una disciplina pericolosa, se affrontata senza la giusta preparazione, senza i materiali adatti e la conoscenza di tecniche alpinistiche, senza il rispetto ed il feeling con i luoghi e con la neve. Perché mai un ragazzo dovrebbe abbandonare le piste battute per gettarsi in un mondo pieno di incognite, fatiche e pericoli? Perchè uscire dalla traccia segnata per calpestare dei lenzuoli bianchi appesi alle cime più alte, dove ogni errore potrebbe essere fatale?
Abbiamo chiesto a Vivian che tipo di sensazioni ricerca, che cosa lo porta lassù. “Adoro immaginare nuove linee mai sciate e forse mai pensate da nessuno prima. Mi piace esplorare le montagne, come facevano i montanari e gli sciatori delle generazioni passate: senza una relazione scritta, solo con una foto per trovare e poi disegnare sopra la propria traccia.”
Non pensi che sia troppo rischioso?
“Ho la forma mentis della guida alpina, che mi porta a cercare di minimizzare il rischio ogni giorno, adottando ogni misura di sicurezza possibile. Comunque lo sci ripido è una passione, non sento di dover dimostrare niente a nessuno. Ho i miei progetti. Se mi sento di farli, bene: prendo gli sci e parto. Se non mi sento nel mood giusto invece, mi faccio un caffè e passo una giornata tranquilla a sciare con gli impianti del comprensorio.”
Parlaci della tua discesa più impegnativa.
“A marzo di tre anni fa, assieme a Kilian Jornet abbiamo sceso una linea nuova sulla parete Sud-Ovest dell’Aiguille du Chardonnet, “La Vire de Lune”. Un viaggio lungo e intenso nel cuore della parete, tra le rosse torri di granito che circondano la cima. Proprio al centro della parete c’è un passaggio insperato, esposto e bellissimo. Trovare quella scappatoia è stato un momento magico, come l’atmosfera di quella giornata tra i riflessi della luna ed un mare di nebbia sottostante.
Con il mio compagno di discesa ci siamo supportati a vicenda: anche se nello sci ripido ognuno è solo e con l’unica sicurezza affidata alle lamine degli sci, quel giorno ho sentito un vero e forte spirito di squadra. Credo sia la mia discesa più bella per questi motivi più “romantici” che ho elencato, ma anche perché è una discesa estremamente complessa: la linea è esposta, la montagna enorme, e bisogna sempre andare in cerca della strada giusta!
Quel giorno ho realizzato che la passione guida l’uomo verso la realizzazione dei suoi obiettivi. Per me questo voleva dire disegnare una linea su di una montagna, come un bambino. Quel giorno ho realizzato un grande sogno!”
Se dovessi consigliare ad un giovane sciatore come approcciarsi allo sci ripido, cosa gli diresti? Lo metteresti in guardia da qualcosa?
“Beh, gli direi che deve avere per forza un’ottima tecnica di sci, ed una buona tecnica alpinistica, da costruire passo a passo. Bisogna essere pazienti ed aspettare il momento adatto, saper attendere che la parete sia in condizioni, e prepararsi scrupolosamente. Con i compagni giusti poi, diventa tutto più facile!”
Quando si scia l’attrezzatura è importante. Quando si pratica sci ripido, e le pendenze si fanno estreme, non si può scendere a compromessi, altrimenti si rischia la vita! In una disciplina così specifica, che tipo di scarpone consigli?
“C’è uno scarpone che per me rappresenta il massimo in termini di equilibrio tra peso, potenza e agilità. Lo Scarpa F1 è leggero in salita e rigido in discesa. Va bene per arrampicare...insomma è senza dubbio lo scarpone perfetto per lo sci ripido.”
Grazie Vivian per averci raccontato il tuo sogno, buone esplorazioni e buone sciate!