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Staša, appena diciannovenne già qualificata lo scorso anno alla IFSC World Championships di Parigi, ai World Games 2017 di Wrocław ha rubato la scena a tutti, aggiudicandosi così la sua prima medaglia d’oro nella specialità boulder, fuori dai circuiti giovanili. Sean McColl dal Canada terzo nella lead, bronzo anche per Fanny Gibert nella specialità bouldering.
Abbiamo chiesto a Staša cosa si prova a vincere un oro ai World Games.
Ricordi quando hai iniziato ad arrampicare?
Ho iniziato ad arrampicare da bambina, ho ancora una foto dove indosso il pannolino. Arrampico praticamente da sempre da quel che mi è possibile ricordare. I miei genitori viaggiavano molto e mi portavano con loro insieme ad altri atleti, alla ricerca di pareti da arrampicare. Quando avevo circa cinque anni ci siamo trasferiti fuori città, dove vivo attualmente. Qui ho arrampicato per tutta la mia adolescenza.
Quando hai deciso di iniziare a competere?
Non credo ci sia mai stata una vera e propria decisione. Insieme ai miei compagni, inclusa mia sorella Ana, sono stata in Bulgaria ad un evento giovanile in Veliko Tarnovo nel 2004. I miei genitori erano entrambi coach e mi portavano spesso con loro. Ho sempre amato la competizione, ho sempre trovato stimolante essere insieme ad altri ragazzi e cercare di arrivare prima. Inizialmente mi cimentavo in gare di lead e speed perché bouldering non era ancora diffuso. Il primo anno sono arrivata undicesima e due anni dopo ho ottenuto due medaglie d’argento in entrambe le discipline. Credo sia stato quello il momento in cui i miei genitori hanno iniziato a realizzare seriamente che avessi del potenziale. Così abbiamo iniziato a viaggiare in Austria più spesso e a partecipare al circuito invernale Winter Cup a Imst. Il vero salto di qualità è stato fatto partecipando a gare under 14 come la Color Cup, l’Arco Rock Junior e la Petzen Trophy. Ho vinto diverse medaglie e ogni anno mi sentivo più forte. Logicamente ho continuato a partecipare a gare giovanili con l’ambizione di passare presto alle categorie senior.
Com’è evoluta la tua passione?
Inizialmente la mia passione si riduceva al raggiungimento di obiettivi molto ambiziosi. Ero molto giovane e non capivo ancora cosa significasse l’arrampicata per me. Oggi non potrei più immaginare la mia vita senza l’arrampicata. Crescendo ho acquisito più consapevolezza dei miei movimenti, alimentando la mia passione. L’amore per il bouldering è stato solo in un secondo momento, quando ho iniziato a provare adrenalina durante le competizioni, specialmente durante le World Cup, dove agitazione, stress e intuizione si uniscono e ti permettono di andare oltre. Amo avere il controllo su tutto e questo mi fa sentire soddisfatta
Hai un atleta preferito?
No, nel tempo ho cambiato spesso idea. Quando ero bambina mi ispiravo a Adam Ondra e Angela Eiter, quando ho iniziato a seguire le World Cup di bouldering tifavo per Alex Puccio e Anna Stoehr. Oggi avrei qualche difficoltà dal momento in cui gareggiamo gli uno contro gli altri. Apprezzo la passione per l’allenamento e il duro lavoro di Patxi Usobiaga, la forza e l’attitudine di Melissa Le Nevé e la coordinazione di Tomoa Narasaki. Non riesco proprio a scegliere.
Come ti senti dopo l’ultimo risultato in Wroclaw ai World Games?
Questa è la mia prima medaglia d’oro in una categoria senior ai World Games- E’ stato speciale perché è stata la mia prima apparizione in questo tipo di competizioni, dal momento in cui il bouldering non è mai stata una disciplina dei World Games. Mi sento come se stessi partecipando alla scrittura di un nuovo capitolo dell’arrampicata per il mio paese e questo mi rende molto orgogliosa. Ho ricevuto un grande supporto dalla Serbia, da diverse organizzazioni e dagli abitanti della mia città natale, Nis. Sono molto grata al pubblico che mi ha supportata e mi ha dato la giusta carica per poter fare il vero salto di qualità, mi ricorderò per sempre di quell’atmosfera.
Avendo passato tutti gli esami alla facoltà di Ingegneria elettronica a giugno, ho tutto il tempo che mi serve per allenarmi per le competizioni estive. Ho apportato alcuni cambiamenti al mio schema di allenamenti e alla mia dieta. Mi sento meglio e sono sicura di poter ottenere risultati sempre migliori. Ho sognato questa medaglia per tanto tempo e ora non posso credere di averla al collo. Non mi fermerò qui, questo è soltanto l’inizio.